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Si indaga a tutto campo dopo il ferimento di Santo Procopio e l’omicidio di Salvatore Vallelunga, avvenuti nella stessa località, nei pressi dell’invaso «La Lacina» nel comune di Bognaturo, in provincia di Vibo Valentia, in una zona confinante col territorio Catanzarese.
Il medico legale farebbe risalire la morte del Vallelunga al pomeriggio di lunedì. Secondo gli inquirenti nella zona a cavallo tra le due province sarebbe ripresa, anche in maniera cruenta, una faida tra cosche che si contendono il controllo delle attività illecite sul territorio, la cosiddetta “faida dei boschi”.
Inoltre è emerso che Salvatore Vallelunga, l’operaio ucciso a Brognaturo, nel momento dell’omicidio era insieme a Santo Procopio, che è stato ferito nella stessa circostanza. Gli investigatori hanno appurato che l’omicidio di Vallelunga risale infatti a lunedì, anche se il suo cadavere è stato trovato nella mattinata di ieri, e che obiettivo dell’agguato in cui è stato ucciso l’operaio boschivo era anche Santo Procopio. Quest’ultimo, però, è rimasto soltanto ferito ed è riuscito a sfuggire agli assassini. Un’ipotesi che viene presa concretamente in considerazione dagli investigatori, inoltre, è che l’agguato contro Vallelunga e Procopio rappresenti la risposta all’assassinio venerdì scorso a Gagliato, dei fratelli gemelli Nicola e Vito Grattà.

La faida
E’ in atto da anni tra esponenti delle cosche del Vibonese e della zona dello Jonio catanzarese e reggino, ed è iniziata per contrasti nella gestione degli interessi collegati al disboscamento e che poi si è ampliata al controllo di altre attività criminali, ed in particolare alle estorsioni ai danni degli imprenditori della zona. Nella faida sarebbe coinvolta anche la cosca Ruga-Metastasio, che controlla le attività illecita nella Valle dello Stilaro, nella Locride.
Damiano Vallelunga era considerato il capo della «cosca dei viperari». Con il suo assassinio la scontro ha registrato un’improvvisa recrudescenza.

Gli omicidi
All’uccisione di Damiano Vallelunga, considerato «intoccabile» per il suo prestigio criminale, ha fatto seguito una lunga serie di omicidi tutti inquadrabili, secondo gli investigatori, nello stesso contesto criminale. L’11 marzo scorso è stato assassinato Domenico Chiefari, boscaiolo, e cinque giorni dopo Francesco Muccari, anche lui legato ad ambienti criminali della zona. Nel luglio dello scorso anno tra Sant’Andrea dello Jonio e Isca sullo Jonio erano stati uccisi Luciano Bonelli e lo zio, Vincenzo Varano. Il 21 aprile scorso a Stilo (Rc) è stato ucciso Giovanni Vallelonga, cugino di Damiano Vallelunga. Nuovo agguato il giorno dopo, a Soverato, con l’assassinio di Vittorio Sia, capo del ‘localè di Soverato, ucciso con alcune raffiche di kalashnikov. L’11 giugno scorso la faida registra un ulteriore violenta tappa con il duplice omicidio dei fratelli gemelli Nicola e Vito Grattà, di 38 anni, uccisi a Gagliato (Cz) mentre giocavano a carte in un magazzino.
Ieri, infine, il ferimento a Brognaturo di Santo Procopio, di 25 anni, ricoverato con prognosi riservata negli Ospedali riuniti di Reggio Calabria.

Il procuratore Lombardo
Sulla pericolosa situazione venutasi a creare c’è la «massima attenzione» da parte della Dda di Catanzaro, come assicura il Procuratore della Repubblica, Vincenzo Lombardo: «Si tratta – ha detto Lombardo – di una vicenda complessa che stiamo tentando di decifrare in collaborazione con la Dda di Reggio Calabria per il possibile coinvolgimento di cosche della Locride. Quella che è in atto è una vera e propria guerra che come Dda stiamo comunque affrontando con grande determinazione».

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