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«GLI ULTIMI sviluppi mi preoccupano». Il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, ha mantenuto la promessa di esprimere un parere sulla vicenda Potenza e ha immediatamente compreso che lo “sconcerto” che si percepisce in città per l’immobilismo senza via di scampo è anche il suo.
«La vicenda è complicata – afferma il primo cittadino – e quello che poteva sembrare un cammino ordinario tra la proprietà e nuovi soggetti interessati a rilevare la società si è stoppato. A questo punto non posso non prendere in considerazione che le perplessità e i timori a subentrare sono legittimi anche perchè la nomina di questo amministratore giudiziario per le quote non sblocca la questione».
L’interesse dell’amministrazione è abbastanza evidente: «Mi auguro che restino in piedi gli interessi manifestati qualche tempo addietro per conservare il professionismo nel calcio cittadino, ma con grande franchezza non posso negare che è venuto meno quell’entusiasmo che avevo percepito inizialmente in alcune persone». L’obbligo dell’amministrazione, a nostro parere, però, è anche quello di sollecitare tempi rapidi anche per comprendere ufficialmente in che modo deve morire Potenza, se deve scomparire dal calcio: «Posso sollecitare il tessuto imprenditoriale ad offrire disponibilità, ma non biasimo chi sta tentennando perchè ancora non vede chiaro in questa vicenda», è il pensiero del primo cittadino.
Al quale però tornano in mente un apio di circostanze che non possono passare in secondo piano. La prima riguarda la chiacchierata recente fatta con Giuseppe Postiglione, al termine della quale lo stesso Santarsiero parlò di una “situazione difficile, ma non drammatica”, quasi volesse fare uno spot ad un avvicinamento alle sorti della società rossoblù. “Postiglione mi fece capire che con 500 mila euro, tra qualche debito da rateizzare e l’iscrizione, si poteva iniziare a pensare alla conferma del professionismo. Adesso con la nomina dell’amministratore giudiziario vogliamo capirne di più. Ma allo stato attuale non sappiamo ancora se arriverà a Potenza, se vorrà incontrare il sindaco, o se è lui il soggetto giusto con il quale interloquire». Seconda circostanza, quindi, la nomina dell’amministratore giudiziario, che di fatto non sostituisce l’amministratore unico della società, Donato Arcieri, il cui cellulare continua a squillare a vuoto e che di fatto ha fatto perdere ogni punto di riferimento rispetto al Potenza che lui stesso oggi rappresenta, volente o nolente. Terza argomentazione sulla quale ragionare, il ruolo dell’associazione “Il Mio Potenza”, alla quale ha aderito anche il primo cittadino con una donazione personale.
«E’ chiaro che bisogna fare un punto della situazione», dice. E così in men che non si dica il numero del cellulare di Nino Pomarico, presidente del consiglio direttivo dell’associazione, è composto direttamente davanti ai cronisti.
Appuntamento preso e fissato per domani, alle ore 17: una chiacchierata che servirà a comprendere anche a che punto è giunto il lavoro del gruppo di volontari nel cercare qualche soggetto interessato alla prosecuzione del calcio in città.
Sicuramente una chiacchierata con l’avvocato Carlo Bavetta, esimio luminare del diritto di Palermo, potrebbe rendere il quadro meno cupo. Raggiunto telefonicamente nell’isola, Bavetta ha rinviato ad oggi un appuntamento telefonico. Ovviamente ragioni più importanti di quelle relative alla determinazione del futuro di una società distante da lui anni luce, lo spingono verso altri impegni. Il che significa solo ed esclusivamente altro tempo che scivola via senza possibilità alcuna di rimediare. Più passano i giorni e più ci si rende conto che il destino appare segnato. A meno di clamorosi, quanto improbabili miracoli.
Alfonso Pecoraro
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