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«E’ inaccettabile la deportazione dei 420 cani randagi dalle strutture che li ospitavano in Basilicata al mega canile di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, disposto a mantenere gli animali con soli 1 euro e sessanta centesimi al giorno». Lo ha detto, in una dichiarazione, il senatore del Pd Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente.
Per il parlamentare, «con tutta evidenza, nella struttura di destinazione i cani si troverebbero a vivere in condizioni indegne, in aperta violazione di una legge, la 281 del 1991, che impone di assicurare agli animali condizioni di vita adeguate, vietandone ogni maltrattamento».
«La Regione Basilicata – ha continuato Della Seta – ha finora alzato un ingiustificabile muro di gomma nei confronti di chi, come l’Enpa, chiede semplicemente di assicurare a queste centinaia di cani condizioni dignitose, bloccando un trasferimento in blocco che evoca l’immagine insopportabile dei cani usati come merce. Per questo sostengo l’azione di protesta di Carla Rocchi, che è giunta persino allo sciopero della fame per attirare l’attenzione su questa grave situazione. Tantissimi cittadini stanno protestando per questa mancanza di sensibilità, che oltretutto ignora anche un parere articolato della Asl veterinaria locale contraria al trasferimento perchè arrecherebbe ‘inutili sofferenze’ agli animali. Mi appello al presidente della Regione De Filippo perchè – ha concluso – fermi questo mercato della sofferenza, e perchè sia rispettata fino in fondo la legge 281 che impone a tutti di trattare i cani, randagi o con padrone, con rispetto e attenzione».
La mobilitazione del popolo di internet
Intanto anche sul web ci si mobilita contro la deportazione dei 400 cani dalla Basilicata alla Calabria. Sono infatti ormai 30mila per persone che hanno raccolto l’invito su Facebook di tre gruppi: «Gruppo Aura», «La legge è uguale per tutti», e «Ufficio diritti animali», che si sono impegnati a pagare i 20 centesimi di differenza che servono a mantenere i cani nelle strutture della Basilicata. A coordinare l’iniziativa sarà l’ideatrice stessa, Loredana Pronio, in collaborazione con la Coop.Soc.Eco di Potenza, che detiene buona parte degli animali.
«Per fermare però definitivamente la deportazione – afferma in una nota Pronio – servirà uno sforzo in più da parte di tutti, perchè la ‘provocazionè avviata sul web non servirà a molto, ma solo a far capire che non si specula sugli animali. Parallelamente è stato avviata una raccolta dati per coloro che vogliono a titolo formale ‘adottare un cane a distanzà e formulare una proposta di adozione dello stesso cane. Se riusciremo ad avere abbastanza adesioni (almeno 400, pari ai cani che saranno deportati) potremo sottoporle alle autorità per far capire che comunque ci sono persone che sono intenzionate ad adottare i cani e che il loro trasferimento servirà esclusivamente a fargli perdere un occasione preziosa di adozione». L’elenco dei cani da adottare, ricorda la Pronio può essere richiesto direttamente alla Soc.Coop.ECO a Tiera Scalo, a Potenza.
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