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E’ terminata la protesta dei detenuti del carcere di Vibo Valentia dove da ieri manca l’acqua. Gli agenti della polizia penitenziaria e dei vertici dell’istituto sono infatti riusciti a convincere i detenuti a rinunciare ad azioni eclatanti. Il segretario generale aggiunto del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria), Giovanni Battista Durante, ha evidenziato che «i tecnici sono già al lavoro per ripristinare il funzionamento degli impianti dell’acqua. Comunque, è dall’inizio dell’anno che il Sappe sta denunciando la grave situazione delle carceri calabresi e di quelle delle altre regioni italiane, molte delle quali sono fuorilegge, a causa dell’eccessivo sovraffollamento, ma nessuno sembra darci ascolto. In Calabria i detenuti sono aumentati di 1.000 unità nell’ultimo periodo, anche a causa degli sfollamenti fatti dal Nord Italia, mentre gli agenti della polizia penitenziaria continuano a diminuire a causa dei pensionamenti, spesso anticipati per le patologie contratte in servizio». «In Calabria – sostiene ancora Durante – bisogna intervenire immediatamente, incrementando l’organico della polizia penitenziaria e aumentando la sicurezza all’interno e all’esterno delle carceri, soprattutto in considerazione del fatto che ci troviamo in un territorio ad alta densità mafiosa». «Chiediamo alla politica – sostiene ancora il segretario generale aggiunto del Sappe – di intervenire in maniera decisa e risolutiva sulla questione carceri, attraverso la realizzazione del ‘Piano Straordinariò per l’edilizia penitenziaria, che consentirebbe, in breve tempo, anche l’apertura del carcere di Arghillà, a Reggio Calabria».

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