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UN confronto partecipato che ha segnato il primo passo all’insegna degli strumenti di sviluppo, armonizzando i meccanismi con una filosofia più ampia che conduca a Matera capitale della cultura 2019. Rocco Rivelli, assessore comunale al Patrimonio e contenzioso illustra alcuni dei contenuti del Pisus presentati ieri alla città. Tre gli assi attorno ai quali si lavorerà forti dei 33 milioni stanziati, per licenziare, insieme all’Autorità di vigilanza sui Por, entro ottobre il Piano d’azione del Pisus. «Il primo asse- spiega – riguarderà la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico ai fini turistici. Il secondo, si concentrerà sulle infrastrutture virtuali e della mobilità con uno sguardo sempre attento alle politiche di sostenibilità ambientale e il terzo sarà rivolto alle politiche di coesione sociale. La riposta a questo approccio diretto, partecipato – aggiunge Rivelli- è stata molto positiva e conferma che siamo sulal strada giusta. Il sostegno riguarderà iniziative pubbliche ma si rivolgerà anche alle iniziative private del mondo dell’impresa. Ovviamente la logica è quella di inserire questo strumento nell’ambito di una serie di meccanismi che passano dai Piot fino agli strumenti urbanistici in via di definizione». Al Pisus si riconosce, dunque, il ruolo di strumento in grado di sostenere gli sforzi propositivi e, al tempo stesso, indichi un percorso di sviluppo virtuoso. Il confronto di ieri è giunto poche ore dopo l’allarme lanciato da alcune associazioni culturali riguardo all’erogazione dei fondi regionali per la realizzazione di stagioni musicali e iniziative. Alle perplessità espresse in queste ore, si aggiungono quelle di Gigi Esposito, presidente dell’Onyx Jazz club che in una nota scrive, tra l’altro: «E’ impensabile che la Regione che parla dei Piot come strumento in grado di incrementare il flusso turistico e di Matera come punta di diamante e stabilisce che gli eventi sono elementi essenziali per la promozione del territorio, stanzii invece finanziamenti ridicoli. E’ necessario – prosegue Esposito – che qualità e affidabilità delle proposte vengano riconosciute da politiche di sostegno che non si basino sull’improvvisazione e sulla mancata programmazione ma che, al contrario, tengano conto delle esigenze che gli operatori hanno nella preparazione e realizzazione di rassegne, manifestazioni, iniziative. La Basilicata – conclude – è ogni anno fucìna di straordinarie risorse legate al lavoro costante di operatori, volontari, maestranze, musicisti, attori, professionisti dello spettacolo ai quali le istituzioni devono riconoscere un tributo economico-finanziario, ma non solo, che consenta loro di garantire un panorama culturale di grande livello. ». Sulla difficoltà in cui ci si muove nel territorio materano si era espresso anche Giovanni Schiuma, presidente di Confesercenti di Matera che dice: «si sono perse le tracce, e le speranze, di rivedere, a Matera, la colorita, rumorosa e affascinante carovana del Lucania Buskers, altro appuntamento all’altezza di una città che vuole essere Capitale della Cultura non solo sulla carta.
È evidente che occorre un ripensamento degli impegni dei più importanti enti pubblici, dalla Regione passando per l’Azienda di Promozione Turistica, per andare a Provincia e Comune di Matera, per provare a “salvare” questi eventi ed altri, altrettanto importanti per la nostra città, che cominciano perlomeno ad annaspare.
Queste difficoltà economiche emergono in coincidenza di due fattori: da una parte la sempre più scarsa disponibilità di cassa da parte degli enti pubblici, sempre più in apnea per colpa anche dei tagli di risorse pubbliche, dall’altra la crescente crisi economica che, di fatto, ha causato una sensibile riduzione della sensibilità a sostenere, da parte dei privati, tali importanti iniziative. Servirà – conclude Schiuma – alla fine di questo salvataggio, una profonda riflessione fra tutte le istituzioni e le associazioni culturali, per immaginare un calendario sostenibile a fronte della situazione in cui versano enti locali e imprenditori, per far si che non si ripeta più, il rischio di vedere una intera stagione culturale, ma anche turistica, annullata per crisi».

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