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di Roberto D’Alessandro
Novanta minuti che valgono una intera stagione. Una partita per riscattare sacrifici, sudore, lotta e sofferenza di un anno che resterà comunque da ricordare, perché la serie D, per l’attuale realtà pisticcese, è un lusso che questa coraggiosa società, non priva d’incoscienza, ha voluto regalare ad una cittadina matta di calcio, ma incapace di far convergere sufficienti risorse su un progetto che meriterebbe maggiori attenzioni, non certo dalla gente comune, ma da parte di quelle forze economiche che pur ci sono.
Il Pisticci sarà nella tana del Bitonto, per il ritorno dello spareggio salvezza. Il primo atto è terminato a reti inviolate. I pugliesi, adesso, oltre al fattore campo avranno dalla loro parte il vantaggio di poter sfruttare due risultati utili. Perché, in base alla classifica, può bastare anche il pareggio, anche con reti.
Il Pisticci, invece, è chiamato a vincere. Solo a vincere. Con qualunque risultato. La squadra del presidente Panetta parte sfavorita e dovrà puntare su una partita tutta cuore e soprattutto impostata con la sola intenzione di offendere ed andare in gol.
I primi novanta minuti, ai punti, se li è aggiudicati il Pisticci, che almeno per un tempo ha giocato meglio. Adesso, però, serve concretezza contro una squadra non irresistibile, ma comunque più esperta in fatto di sfide salvezza, che per l’occasione ritroverà il suo pubblico dopo mesi di squalifica e partite a porte chiuse.
Mister Arleo ha gli uomini contati, ma quantomeno, in settimana, non si sono registrate altre defezioni. L’undici titolare difficilmente sarà diverso da quello sceso in campo a Pisticci. Marino in porta. Di Maria e Malafronte in coppia al centro della difesa. Gli under Basile e Polichetti sulle due corsie laterali. A centrocampo l’unico over è Guarino, che sarà ancora capitano ed affiancato nel reparto dai giovani Farinola e Palladino. Il peso di questa gara, però, grava tutto sull’attacco. Un tridente esperto da cui si attende concretezza con D’Aniello e Parente a far da supporto a Lupacchio in mezzo all’area.
“Giochiamo palla a terra” è stato l’invito in settimana del presidente Panetta, perché quando il Pisticci c’è riuscito ha saputo far male. Da evitare, dunque, la frenesia mostrata nel secondo tempo dell’andata, quando è saltato il centrocampo e la squadra ha dovuto abusare di lanci lunghi. Ci vorrà saggezza, perché da una parte è imprescindibile segnare, ma dall’altra non bisogna farsi prendere dall’ansia e dalla fretta. Occorrerà ragionare, sapendo che anche il Bitonto, con uno scarto minimo da amministrare, non può star lì a guardare per novanta minuti. Sarebbe troppo pericoloso. Ed ai gialloble tocca il compito di insinuarsi in questo timore. Dalla sua parte, inoltre, il Pisticci avrà un adeguato numero di sostenitori, organizzati per tempo per non far mancare il sostegno alla squadra nella sfida più importante dell’anno, alla ricerca di una follia, per restare ancora nel grande sogno.
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