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Roan Johnson vince il Berto opera prima con Prove di felicità a Roma a Est per Einaudi Stile Libero. Il premio letterario, pari a euro 7500, è stato deciso dalla Giuria dei Letterati composta da Giuseppe Lupo (presidente), Sergio Campailla, Andrea Cortellessa, Enza Del Tedesco, Paolo Fallai, Nicola Merola, Giorgio Pullini, Marcello Staglieno e Gaetano Tumiati, dopo aver esaminato oltre cento opere candidate dalle principali case editrici italiane. La vittoria è stata proclamata oggi pomeriggio nel corso della cerimonia ufficiale, condotta da Antonino Raffa, che si svolta a Ricadi (Vv) presso il centro Congressi Giuseppe Berto, alla presenza del Sindaco del Comune di Ricadi Domenico Laria e di altri esponenti istituzionali. «Prove di felicità a Roma Est è un esordio tenero e spigliato, senza volontà di strafare, dove colpisce la fluidità del linguaggio che non ha bisogno di artifici per arrivare all’autentico. Soprattutto, colpisce la prospettiva dello sguardo. Roma, la periferia, la realtà giovanile non sono osservate dall’alto e nemmeno estremizzate in macchiette. E uno sguardo a livello della strada, a quattrocchi con i protagonisti», è la motivazione. Il libro narra la storia di Lorenzo Baldacci, 21 anni, toscano, approdato nella Capitale per cercare di prendere finalmente il diploma in un liceo calcioinculo, uno di quelli privati in cui paghi e ti promuovono. A Roma si ritrova a dover sbarcare il lunario facendo il pony-pizza. Con la sua Vespa Primavera si rovina la schiena a ogni buca sulle strade romane, e spia le persone, le loro vite, per cercare di afferrare la città, cambiare punti di vista, e finalmente capire. In questa schiera di personaggi s’imbatte in Samia, la ragazza che attira gli sguardi di tutti, e per tutti resta un inaccessibile mistero, compreso Lorenzo che se ne innamora. La vicenda amorosa si legge nella motivazione di Giorgio Pullini – si trascina fra impulsi e insoddisfazioni con una rapidità e anche relatività che tipica di certa gioventù di oggi, schietta ma inconcludente. La prosa si snoda a ritmo sincopato, incisiva e spontanea, finchè Lorenzo perde l’alloggio e il lavoro, oltre a Samia: tutto sembra sfumare verso la scioltezza di un quotidiano senza costrutto, ma percorso da vene di malinconica solitudine. Un romanzo attuale, perciò, e spregiudicatamente, disinvolto: da leggersi in controluce, più per quello che sottintende che per quello che rivela. Insomma, un esordio che segna l’annata letteraria, insieme a quello degli altri quattro finalisti: Silvia Avallone con Acciaio (Rizzoli), Angela Bubba con La casa (Elliot), Valentina Fortichiari con Lezioni di nuoto (Guanda) e Giulia Villoresi con La panzanella (Feltrinelli). Il Premio Letterario Giuseppe Berto opera prima è promosso dalle Città di Mogliano Veneto (Tv) e di Ridi (Vv) con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturale, delle Regioni Veneto e Calabria e delle Province di Treviso e Vibo Valentia.

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