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E’ finito in manette questa mattina dopo 13 anni di latitanza, Santo Gligora (nella foto in alto), di 51 anni, arrestato stamani dai carabinieri. Gligora era ricercato dal 1997 ed il suo nome era inserito nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi. L’uomo di Bova Marina, è stato sorpreso all’interno di un’abitazione in contrada Prache a Platì. Era ricercato per associazione mafiosa ed altri reati. Gligora deve anche scontare una condanna a 24 anni e 11 mesi inflittagli per il sequestro del fotografo Adolfo Cartisano, rapito il 22 luglio 1993 a Bovalino e mai tornato a casa.
Gligora è ritenuto inserito nella cosca criminale Morabito– Bruzzaniti–Palamara, operante nella città di Africo (Rc) ed è stato catturato all’interno di un fabbricato rurale pertinenza dell’abitazione dei coniugi Rosario Agostino e Domenica Morabito (nella foto in basso), entrambi residenti in contrada Senoli. Anche i due coniugi sono stati tratti in arresto per favoreggiamento personale aggravato. All’interno dell’abitazione ove veniva individuato il latitante sono stati trovati: un documento d’identita’ contraffatto, recante false generalità, euro 2.500 circa in contanti, ricetrasmittenti tipo scanner, binocoli e visori notturni.
È stata inoltre perquisita un’altra abitazione nella disponibilità del catturando ubicata sempre in contrada Senoli, dove è stato scoperto un bunker ricavato nel sottosuolo di un fondo coltivato, accessibile tramite una botola celata da fitta vegetazione.
LA CONFERENZA STAMPA
«E’ stata un’operazione che qualifica significativamente il lavoro dell’Arma dei carabinieri in un territorio com’è la Locride». È quanto ha affermato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, intervenendo alla conferenza stampa nella sede del comando provinciale dei carabinieri dopo la cattura del latitante Santo Gligora. «Possiamo dire che lo Stato – ha detto Pignatone – dimostra che non vi sono ‘santuari’ o locali di ndrangheta inviolabili. La cattura dei latitanti storici, Santo Gligora è uno dei punti di attacco fondamentali nell’opera quotidiana di contrasto alla ndrangheta».
Nel corso della conferenza stampa, è intervenuto anche il procuratore aggiunto della Repubblica, Nicola Gratteri, incaricato delle indagini per il versante ionico reggino. «Gligora è sicuramente uno dei più importanti elementi della cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara, di Africo Nuovo. La sua latitanza, durata quasi tredici anni, è indice di quanto fosse tenuto in considerazione nella gerarchia ndranghetista della locride. Coniugato con una Morabito, Santo Gligora deve scontare una condanna definitiva a 25 anni di reclusione per il sequestro del fotografo di Bovalino, Lollò Cartisano, mai più tornato a casa».
Sui particolari della cattura del latitante, sono intervenuti il comandante provinciale, col. Pasquale Angelosanto, ed il ten. col. Valerio Giardina, comandante dello speciale nucleo dell’Arma di stanza a Locri. «Avevamo contezza della presenza del Gligora in contrada ‘Senolì di Platì’ – hanno detto gli inquirenti – seguendo le mosse dei fiancheggiatori. Lo abbiamo notato stamani, in tuta da footing, mentre correva nel giardino dell’abitazione, peraltro abusiva. Al momento dell’irruzione ha tentato di scappare, ma la zona era ormai cinturata. Nel covo, abbiamo scoperto e sequestrato un binocolo militare a raggio infrarossi, materiali da campeggio, tra cui una tenda, utili per spostarsi in montagna».
Il COMMENTO DEL MINISTRO MARONI
«L’arresto di Grigola è un altro grande successo dello Stato contro la ‘Ndrangheta». Così il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha commentato l’arresto di Santo Grigola. Maroni che si è congratulato con il comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, «l’arresto di Grigola testimonia come il governo, le forze di polizia e la magistratura, tutti insieme, stiano facendo un lavoro davvero straordinario per ripristinare la legalità in Calabria».
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