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«Sono tranquillo perchè, per quanto mi riguarda, tutto si è svolto nel massimo rispetto delle regole». Lo ha detto il consigliere provinciale di Cosenza Mario Melfi, del Pd, indagato nell’inchiesta della Procura della Repubblica cosentina sulle presunte firme false a sostegno di alcune liste presentate per le elezioni regionali del marzo scorso.
Nell’inchiesta oltre a Melfi, che è anche il sindaco di Amendolara, sono indagati anche un altro consigliere provinciale, Pino Carotenuto, di Calabria riformista; il notaio Espedito Cristofaro; un impiegato del Tribunale di Rossano, Damiano Minisci, e il segretario comunale di Albidona, Vincenzo Staine.
«C’è un accertamento della magistratura – ha aggiunto Melfi – e io ne attendo tranquillamente l’esito. Sono un uomo delle istituzioni che crede nelle istituzioni. I carabinieri, già nello scorso mese di marzo mi avevano convocato e mi avevano fatto vedere la mia firma apposta sotto la lista di Autonomia e Diritti e io l’ho riconosciuta. Più di questo, al momento, non so anche perchè non ho mai ricevuto alcun atto giudiziario. In ogni caso – ha detto ancora Melfi – mi sembra che il reato che dovrebbe essere ipotizzato nell’ambito dell’inchiesta non è il falso in atto pubblico, ma, semmai, il falso in certificazione».
«Nel mio ruolo di certificatore delle firme apposte in calce alla lista elettorale di Autonomia e diritti, nella mia qualità di consigliere provinciale di Cosenza – ha concluso Melfi – non ho notato nulla di irregolare o di anomalo perchè tutte le sottoscrizioni erano perfettamente in regola».
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