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Giuseppe Postiglione vuole riprendersi la sua vita. A livello personale e familiare, ma non sportivo. Anche se prima di cedere il Potenza vuole capire qualcosa di più, specie a livello di cifre. “Faccio salva la buona fede di tutti, degli inquirenti, dell’amministratore Arcieri, di Galigani e dei tifosi. La colpa di quello che è accaduto è di personaggi che si sono dimostrati inattendibili e con le loro testimonianze hanno portato alla carcerazione di un innocente”. Lo sfogo non finisce qui: “voglio capire dove siano finiti tanti crediti, perchè quella che trovo oggi è una società innegabilmente meno sana di quella che ho dovuto lasciare a novembre”.
Le stoccate non sono finite: “faccio un plauso a chi ha portato a termine la stagione, dai dirigenti al tecnico, ma non posso fare a meno di sottolineare come siano stati persi circa 400mila euro di contributo della Lega per i giovani per aver fatto giocare in partite inutili giocatori pur validi come Della Corte e Taccola. Un comportamento di questo tipo può mettere a rischio l’iscrizione al prossimo campionato, se è vero che servono proprio 400mila euro”.
“Ma ripeto – continua il patron – non voglio mettere in dubbio la buona fede delle due persone che hanno gestito la società in mia assenza. Evidentemente si sono trovati anche senza l’importante punto di riferimento rappresentato dal sottoscritto, che ha sempre guidato il Potenza in prima persona ma avvalendosi di tante importanti consulenze professionali”. E il futuro?: “ho bisogno di qualche giorno per riprendere in mano i bilanci e valutare la gravità del malato e quale cura somministrargli, se non mettiamo in ordine debiti e crediti difficilmente possiamo parlare di altro. Ciò che voglio ricordare alla città è che ci deve essere un motivo se fino all’estate scorsa la Covisoc si è sempre espressa in termini lusinghieri sulla mia società, mentre ora viene associata al Potenza solo una montagna di debiti. In mia assenza è saltato qualche passaggio che ha generato questi scompensi”.
La lucidità d’analisi non manca, supportata nel discorso da continui riferimenti alla presunzione di innocenza che accompagna l’imputato, ancor di più quando deve ancora arrivare il primo grado di giudizio. Postiglione rimarca il concetto moltissime volte.
Ma, lasciando questi sviluppi alle sedi opportune, ci interessa capire come l’ex presidente vuole agire in ambito sportivo. E’ probabile, nei prossimi giorni, che l’attenuazione delle misure cautelari porti anche al dissequestro delle quote sociali, attualmente bloccate dal tribunale. Il che agevolerebbe ogni ipotetica trattativa. Mai come questa volta però può arrivare la risposta ad un interrogativo che ha dominato il dibattito delle ultime settimane. Postiglione risponde per vie dirette: “dopo aver controllato i bilanci sono pronto a lasciare il Potenza a costo zero nelle mani di un imprenditore che voglia garantire un futuro a questa squadra. Nel momento in cui un acquirente volesse concretamente accollarsi i debiti io non gli chiederò nessun altro corrispettivo. Lascio solo per rispetto alla mia famiglia, perchè se volessi dar retta all’orgoglio sarei pronto a rilanciare e a continuare la mia avventura (nonostante una squalifica per cinque anni, ndr) per restituire alla città una categoria che le è stata tolta in un processo sportivo che la mia scarcerazione ha dimostrato essere senza fondamenti. Ma per rispetto dei miei figli non posso continuare a dilapidare soldi nel calcio”.
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