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Si è conclusa l’istruttoria dibattimentale del processo a nove persone, tra medici e tecnici dell’ospedale di Vibo Valentia, accusate, a vario titolo, della morte di Federica Monteleone, la ragazza di 16 anni deceduta dopo un intervento di appendicectomia. Nell’udienza di stamani sono stati sentiti gli ultimi consulenti di parte Donato Giovanni Allegrini, Lorenzo Varetto, Enza Margaria, Pierluigi Baima Bollone e Bruno Amantela. Allegrini, quale ingegnere addetto alle verifiche di sicurezza su impianti e in particolare di apparecchiature elettromedicali ha dichiarato di aver effettuato una verifica nella sala operatoria alcuni giorni dopo l’operazione su Federica da cui non era emersa nessuna difformità o guasto sulle apparecchiature. Lorenzo Varetto ha escluso che la causa del decesso di Federica possa essere riconducibile ad una scossa elettrica. Il consulente Pierluigi Baima Bollone, che nel gennaio del 2007 partecipò all’autopsia, ha affermato che il corpo della ragazza fu attraversato dalla corrente elettrica che incidendo sui muscoli respiratori determinò una carenza di ossigeno. Si sarebbe quindi verificata un’asfissia per la paralisi dei muscoli respiratori. Al termine delle deposizioni il processo è stato aggiornato al 3 giugno quando l’accusa ed i difensori avranno la possibilità di chiedere di sentire altri testimoni su argomenti emersi nel corso dell’istruttoria dibattimentale.

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