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di MARGHERITA AGATA
FERRANDINA – Via l’amianto dal capannone dismesso di via Lanzillotti.
A imprimere una svolta all’annoso problema, negli anni passati oggetto di raccolte di firme e segnalazioni alle autorità locali, l’intervento della Guardia di Finanza che nel febbraio scorso ha sottoposto a sequestro preventivo l’immobile. Un provvedimento confermato dall’autorità giudiziaria, a seguito delle verifiche condotte dal Crab (centro ricerche amianto di Basilicata), su alcuni campioni del tetto incriminato. I proprietari del fabbricato, subito dopo la notifica del sequestro arrivata il 1 marzo, si sono decisi a provvedere a proprie spese alla bonifica dell’intera area e alla rimozione delle onduline in cemento -amianto. Per fortuna di tipo non friabile, quello meno pericoloso. Notevole la superficie interessata. La copertura in amianto, infatti, ha un’estensione di oltre settecento metri quadrati. Un’enormità per un fabbricato in pieno centro abitato. Anche se, a parziale discolpa dei proprietari, c’è il dato che si tratta di un ex tabacchificio costruito in tempi remoti, quando ancora non si conoscevano gli effetti nocivi sulla salute del minerale. Una constatazione che, in ogni caso, non blocca il procedimento penale a loro carico, denunciati per reato ambientale. A eseguire i lavori di bonifica la ditta Lacarpia srl di Ferrandina, specializzata nella rimozione e nello smaltimento dell’amianto. La rimozione delle onduline ha avuto inizio lunedì e si concluderà, con ogni probabilità, oggi. Al lavoro quattro operai, tutti rigorosamente in tuta bianca e mascherina, in modo da evitare qualsiasi contatto con la fibra killer. Il materiale rimosso viene sciolto con solventi, per evitare la dispersione di polveri, le lastre vengono accantonate e impachettate in enormi sacchi di plastica (big bag), prima di essere conferiti presso la discarica autorizzata di tipo B della stessa ditta Lacarpia. I lavori di bonifica sono eseguiti sotto la solerte vigilanza degli uomini delle Fiamme gialle, come disposto dal giudice. La supervisione dell’intervento di bonifica è stata affidata dai proprietari dell’ex opificio all’ingegner Piero Carosone dello studio professionale In Casa, che si è preoccupato di approntare il Piano di Lavoro, presentato alla Asm di Matera lo scorso aprile. I lavori di bonifica sono partiti entro i cinque giorni prescritti dalla stessa Asm che ha comunicato il proprio parere favorevole al Piano di Lavoro il 17 maggio e, dopo aver informato l’Ufficio tecnico del Comune. Una volta liberata l’area dall’amianto i proprietari potranno chiedere il dissequestro dell’area e i residenti vivere senza il peso della minaccia amianto.

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