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Dopo la bomba alla Procura generale e le minacce del gennaio scorso, i magistrati della Dda di Reggio Calabria tornano nuovamente nel mirino delle cosche. Una nuova lettera di minacce, infatti, è giunta allo stesso pm che l’aveva ricevuta cinque mesi fa, il sostituto procuratore Giuseppe Lombardo, da tempo impegnato nella lotta alla criminalità organizzata. Allora nella missiva c’era una cartuccia caricata a pallettoni. Adesso minacce di morte con frasi del tipo «sei un uomo morto, un cadavere ambulante». La nuova lettera è stata recapitata nella tarda mattinata di ieri ma la notizia si è appresa solamente nella serata di oggi. La missiva ha il timbro del centro di smistamento di Lamezia Terme. Le indagini su quest’ultima lettera di minacce, così come era accaduto per quella del gennaio scorso, saranno coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro competente ad occuparsi delle vicende relative ai magistrati del distretto reggino. Dopo aver appreso la notizia delle nuove minacce, Lombardo si è incontrato con il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, e con gli altri colleghi per analizzare la situazione. Al termine della riunione i magistrati non hanno rilasciato nessun commento ufficiale anche se era visibile la rabbia per l’ennesimo episodio di minacce rivolte ad un magistrato della procura reggina. Negli ambienti giudiziari c’era visibile indignazione ed il commento di qualche magistrato è stato: «non si comprende cosa sperano di ottenere con queste lettere». Da diverso tempo la Dda di Reggio Calabria sta coordinando numerose indagini contro le cosche. Negli ultimi mesi inoltre c’è stata anche una intesa attività finalizzata all’arresto dei più importanti latitanti della ‘ndrangheta. Giuseppe Lombardo è impegnato in molti processi contro le cosche, in particolare quello scaturito all’operazione dei carabinieri ‘bellu lavurù dove sono coinvolti esponenti delle cosche di Africo Nuovo e quello chiamato ‘Testamentò dove sono imputati i capi della cosca Libri. Lombardo, che si è occupato anche dei rapporti tra politica e ‘ndrangheta, ha anche il coordinamento delle indagini successive alla cattura del boss Pasquale Condello detto il «supremo», arrestato il 18 febbraio 2008 dopo 11 anni di latitanza. Nel gennaio scorso una bomba era stata fatta esplodere davanti all’ingresso della Procura Generale di Reggio Calabria. A distanza di poche settimane c’era stata la prima lettera indirizzata a Lombardo con la cartuccia caricata a pallettoni. (
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