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Inizierà domani mattina il processo d’appello per i 13 no global del «Sud ribelle» accusati di associazione sovversiva per la presunta organizzazione degli incidenti accaduti nel 2001 durante il G8 di Genova ed il Global Forum di Napoli. Il processo di primo grado si è concluso il 24 aprile del 2008 ed i giudici della Corte D’Assise di Cosenza hanno assolto tutti gli imputati perchè ‘il fatto non sussiste’. Nel dicembre del 2008 la Procura di Cosenza ha impugnato la sentenza di assoluzione sostenendo la presenza di gravi indizi nei confronti degli imputati. La Procura ha contestato anche la sostituzione, dopo 13 udienze, dei giudici popolari che componevano la Corte d’assise chiamata a valutare la posizione degli imputati.
Nel corso del processo di processo il pubblico ministero, Domenico Fiordalisi, ora divenuto procuratore di Lanusei (Nuoro), aveva contestato agli imputati il reato di attentato contro organi costituzionali per avere in concorso tra loro turbato l’esercizio delle funzioni svolte dal Governo italiano in occasione dei due vertici internazionali. Al termine della requisitoria Fiordalisi aveva chiesto condanne per complessivi 50 anni di reclusione. La condanna più alta – sei anni di reclusione e tre di libertà vigilata – era stata chiesta per Francesco Caruso, Luca Casarini e Francesco Cirillo. Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione i giudici hanno sostenuto che gli esponenti no global di Cosenza non hanno attuato alcuna condotta sovversiva.
La sentenza di primo grado è stata emessa sei anno dopo l’arresto di venti persone della Rete meridionale del Sud Ribelle nell’ambito di una inchiesta della Procura di Cosenza sugli scontri avvenuti a Genova e Napoli. Dopo gli arresti ci furono numerose manifestazioni di protesta ed iniziative di solidarietà in favore dei no global finiti in carcere.
L’indagine durò un anno e mezzo e fu avviata dopo il ritrovamento di un volantino fatto pervenire il 27 aprile del 2001 alla Rsu di una azienda di Rende. Nel volantino si rivendicava l’attentato fatto 15 giorni prima a Roma contro la sede dell’Istituto per gli Affari Internazionali. Il sostituto procuratore di Cosenza, Domenico Fiordalisi, aprì un fascicolo di indagine che si arricchì subito di due informative redatte dalla Digos di Cosenza e dai carabinieri del Ros.
Inizialmente nell’inchiesta furono indagate complessivamente 42 persone nei confronti delle quali gli investigatori effettuarono numerose intercettazioni telefoniche, pedinamenti, riprese filmate ed intercettazioni anche di migliaia di e-mail. Per domani a Catanzaro è prevista anche una manifestazione per protestare contro la decisione della Procura di Cosenza di impugnare la sentenza di assoluzione.
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