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Cinque sindacati della Polizia di Stato, SAP (Sindacato Autonomo di Polizia), SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), UGL Polizia di Stato, COISP (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia), CONSAP (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia), hanno diffuso un documento nel quale si afferma di aver «deciso di rompere gli indugi e denunciare un «sistema» che da anni affligge i poliziotti a Reggio Calabria. Potrebbe apparire paradossale, – si legge – ma anche in Questura si verificano quotidianamente violazioni alle regole in danno ai poliziotti. Violazioni che riguardano regole non sempre e non necessariamente giuridiche, ma che traggono la loro ragion d’essere da principi e scopi più profondi e, per questo, forse più difficilmente comprensibili rispetto alla «semplice» inosservanza normativa.
Il 10 maggio, presso l’Aula «Calipari» della Questura di Reggio Calabria, queste segreterie provinciali – continua la nota – hanno organizzato un’assemblea generale del personale dipendente dalla Questura con l’intento di approfondire le tematiche relative al caos generato dalle procedure utilizzate nelle recenti contrattazioni decentrate. Ma, preso atto delle diverse segnalazioni dei propri iscritti riguardanti ripetuti abusi e gravi vessazioni perpetrate ai loro danni da alcuni dirigenti, ritenendo insostenibile tale situazione, incancrenitasi in Questura nel corso di questi ultimi anni e che sta iniziando a destabilizzare anche la vita privata e familiare dei colleghi, per la prima volta cinque diverse organzzazioni sindacali si sono coalizzate ed hanno pubblicamente rappresentato, in quella sede, questo doloroso fenomeno.
Durante l’Assemblea, infatti, – prosegue la nota – è emersa con assoluta forza e chiarezza la necessità di ripristinare una situazione di equilibrio etico nella gestione del personale che impedisca il verificarsi di episodi persecutori e vessatori operati da taluni dirigenti e superiori funzionali nei confronti di quei poliziotti che non intendono sottostare alle solite logiche clientelari ed accomodanti, volute da alcuni responsabili. Si è appreso, infatti, che moltissimi colleghi e colleghe sono stati vittime di rivalse e strumentalizzazioni per il solo fatto di non aver accondisceso alla volontà dei propri superiori.
Si è avuto modo di constatare come i provvedimenti disciplinari, i trasferimenti, la «concessione» di poter usufruire di «lavoro straordinario», o di permessi orari o di congedi sono dipendenti dall’arbitrarietà del superiore, spesso condizionata da risentimenti personali o, peggio ancora, da influenze di altre sigle sindacali».
Nella nota dei sindacati si parla di «situazioni di gravissimo disagio che minano la credibilità stessa e l’efficienza dell’Istituzione. Per questo, subito dopo l’assemblea, – è scritto – i cinque Segretari Provinciali hanno incontrato il Questore Casabona, al quale hanno rappresentato il drammatico scenario in cui operano quotidianamente i colleghi. Il Questore, che ha espresso significativo apprezzamento per l’iniziativa e manifestato fervido spirito di collaborazione, ha responsabilmente richiamato i principi ispiratori della Polizia di Stato, assicurando – si legge infine – un suo immediato intervento per verificare quanto riportato ed assumere le conseguenti determinazioni».
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