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Operazione della Squadra Mobile della Questura di Cosenza ed agenti del Commissariato di Polizia di Paola, che ha portato all’arrestato di sei persone tra Cosenza e Amantea, perchè responsabili in concorso di estorsione, ma anche per aver agevolato le finalità dell’associazione per delinquere di stampo mafioso “Lanzino-Di Puppo-Patitucci” attiva a Cosenza e nella provincia, nel settore delle estorsioni, stupefacenti ed armi. L’operazione denominata «1981», dal numero del procedimento penale da cui si è originata. Nei confronti degli arrestati è stato eseguito un Provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Catanzaro.
Nell’inchiesta che ha portato ai sei fermi ci sarebbe anche un’imprenditrice di Lucca, componente del Direttivo dell’organizzazione imprenditoriale della città toscana. I fermi sono stati fatti in esecuzione di provvedimenti emessi dalla Dda di Catanzaro, che ha coordinato l’inchiesta avviata nello scorso mese di marzo. L’imprenditore vittima dell’estorsione è titolare d’un’azienda per l’installazione di sistemi di sicurezza.
L’OPERAZIONE “1981”
La vicenda ricostruita dagli investigatori è complessa. Un imprenditore, Salvatore De Seta, titolare della DSS che opera ad Amantea (Cosenza), sul tirreno cosentino, e che si occupa di impianti di sicurezza, aveva prestato nel 2009 opera di consulenza per un’azienda toscana, riconducibile all’imprenditrice Jolanda Zambon, 48 anni, di Lucca, al momento indagata.
L’uomo aveva ricevuto in pagamento degli assegni e delle cambiali. Secondo quanto riferito dagli inquirenti in conferenza stampa, l’imprenditore calabrese è stato minacciato e anche picchiato perchè non mandasse all’incasso gli assegni e anzi versasse due tranche di 13mila e 20mila euro ai suoi estorsori.
In pratica l’imprenditrice lucchese si sarebbe rivolta alle cosche del cirotano, alle quali avrebbe commissionato la riscossione del denaro in cambio di alcuni favori nel campo degli appalti legati al ciclo dei rifiuti.
I crotonesi avrebbero poi delegato l’estorsione ad un gruppo cosentino. Ma De Seta, a marzo, avrebbe deciso di denunciare tutto alla Polizia. Le indagini e le intercettazioni effettuate avrebbero confermato quanto da lui dichiarato.
E oggi in manette sono finiti il pregiudicato Mario Piromallo, 43 anni, presunto esponente del clan Lanzino; Francesco Suriano, 31 anni, incensurato e nipote del presunto boss di Amantea, Tommaso Gentile; Raffaele Zingone, 47 anni, incensurato; Marcello Marrelli, 47 anni, imprenditore del settore dei rifiuti; Franco Germano, 47 anni, ex allenatore di calcio; Raffaele Speranza, 43 anni, incensurato. Irreperibile al momento la persona ritenuta la più importante dagli investigatori, ovvero Michele Di Puppo, 46 anni, pluripregiudicato e ritenuto dagli inquirenti come uno dei maggiori estortori operanti a Cosenza.
I particolari sono stati illustrati in conferenza stampa dal questore di Cosenza, Giovanni Bartolomeo Scifo, dal capo della squadra mobile di Cosenza, Fabio Ciccimarra, dal procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, dal procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Borrelli. Le indagini continuano per verificare quali personaggi della criminalità crotonese siano realmente implicati nella vicenda.
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