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Gli ispettori del Ministero all’Ospedale di Rossano per verificare il caso del bimbo, che a seguito dell’aborto terapeutico praticato alla mamma, sarebbe comunque sopravvissuto, la cui scoperta è stata fatta dal cappellano del nosocomio. L’intervento di interruzione di gravidanza era stato effettuato sabato mattina ma il feto è stato trovato con segni chiari di attività vitale domenica mattina dal cappellano che ha dato l’allarme.
Il piccolo è stato trasferito nel reparto di neonatologia dell’ospedale di Cosenza dove è morto nelle prime ore di lunedì. Gli esperti del ministero, che stanno lavorando nel massimo riserbo, stanno visionando i documenti relativi all’intervento di interruzione di gravidanza sul feto di 22 settimane, con una malformazione, rimasto vivo e vitale. In particolare gli ispettori dovranno verificare se il rispetto delle prerogative della legge 194.
CASO ECCEZIONALE. «Questi sono sicuramente casi del tutto eccezionali perchè un aborto terapeutico effettuato alla 22esima settimana di gravidanza non è così comune». Così ai microfoni di CNRmedia Emilio Arisi, Consigliere della SIGO – Società Italiana di Ginecologia e ostetricia, commenta la vicenda del feto abortito e sopravvissuto per due giorni a Rossano, in Calabria. «Più spesso – continua – si riesce ad arrivare prima perchè le tecniche diagnostiche oggi vengono più frequentemente completate entro la ventesima o ventunesima settimana al massimo; ed è molto difficile che un feto, magari anche malformato, abbia una possibilità di sopravvivenza a venti settimane».

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