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Aprivano un conto corrente fittizio, emettevano assegni a vuoto ed acquistavano perlopiù materiale edile che poi rivendevano a prezzi ridotti. Era la tecnica utilizzata da un gruppo di undici persone, capeggiato da un uomo di 58 anni originario di Crotone, smantellato al termine di un’indagine condotta dagli agenti della squadra mobile di Roma e dagli agenti del commissariato di Porta Pia.
Le persone sono finite in manette per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio. Si tratta di due romani, cinque di Crotone, un napoletano e tre originari della provincia di Frosinone. In tutto sono stati truffati almeno 25 istituti di credito che avevano filiali a Roma ma anche nella zona dei Castelli Romani.
La truffa consisteva nel presentarsi allo sportello bancario per aprire un conto corrente dove veniva depositata una piccola somma. Dopo alcuni giorni venivano richiesti tre-quattro libretti di assegni; gli assegni venivano quindi spesi per acquisti di materiale di vario genere, in prevalenza materiale edile ma anche capi di abbigliamento e articoli per vivai. Quando il commerciante si presentava per incassare l’assegno il conto corrente era già stato svuotato e prima che il titolo di credito finisse in protesto passavano almeno 120 giorni, tempo necessario alla banda per effettuare altri acquisti. Per ogni assegno venivano speso fino a 7 mila euro.
Al momento risultano essere stati aperti 70 conti correnti bancari con acquisizione di oltre 130 carnet di assegni. Tra le varie vittime della truffa ci sono diverse società e commercianti in più regioni d’Italia ma anche alcune società estere in Olanda.
In un caso risulta truffato anche il Comune di Roma per aver pagato con assegni a vuoto alcuni onorari all’ufficio che si occupa dei funerali emessi da parte di una ditta di onoranze funebri intestata ad uno degli arrestati. Per aprire i conti correnti i truffatori presentavano alla banca documenti ‘genuinì e in alcuni casi venivano anche aperte delle ditte ‘fantasmà. Gli investigatori hanno infatti individuato ben quattro ditte del tutto inattive con residenze fittizie.
«Si tratta di una tecnica semplice – ha detto Mauro Baroni, dirigente del commissariato Porta Pia di Roma – e nello stesso tempo geniale. Invitiamo tutte le vittime di questa truffa a presentare denuncia e rivolgersi alle forze dell’ordine».

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