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Un danno erariale per oltre 600 milioni di euro cagionato all’Asp di Reggio Calabria è stato segnalato dalla Guardia di Finanza della compagnia di Palmi alla sezione regionale della Corte dei Conti.
Alla magistratura contabile, inoltre sono state segnalate otto persone, tra operatori sanitari, amministrativi, funzionari ed amministratori, ritenuti, a vario titolo, responsabili di condotte illegittime che stanno alla base del danno alle casse dell’ex Asl 10 di Palmi che, dopo la riforma della sanità calabrese, è confluita nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
Il lavoro delle Fiamme Gialle ha riguardato il contratto di adeguamento del sistema di telecomunicazioni satellizzato ed hanno così riscontrato, oltre a vicende rilevanti sul piano penale, anche il mancato utilizzo dei servizi di «teleradiologia» e «telecardiologia».
Si tratta di due innovativi sistemi di diagnostica che consentono, anche attraverso l’abbattimento dei costi di gestione, il monitoraggio a distanza dello stato di salute dei paziente affetti da patologie cardiache. In particolare, dal centro di radiologia dell’ospedale di Palmi, attraverso immagini digitalizzarte, le radiografie, le ecografie e le Tac giungevano al cosiddetto centro d’ascolto di Reggio Calabria.
Due le centrali di ricezione: l’Utic di Polistena e la Cardiologia di Palmi; sei invece i Punti di primo intervento: Oppido Mamertina, Taurianova, Palmi e l’Unità operativa di rianimazione dell’ospedale di Polistena. Il primo accesso dei finanziari presso queste strutture risale all’ottobre di due anni fa.
In quella circostanza è stato accertato che la «teleradiologia», ancorchè attiva dal giugno del 2005, era stata resa operativa solo ad un anno di distanza dall’acquisto del servizio tramite una convenzione con l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria; convenzione non rinnovata nel maggio del 2006, anche se il contratto aveva un’estensione fino all’aprile del 2011.
Inoltre è stato accertato che il sistema di «telemedicina» applicata alla cardiologia ( risalente al maggio del 2007) non è mai stato avviato a «causa di problematiche di natura tecnica e della mancata nomina di un responsabile unico del procedimento». «Non è stata riscontrata l’esecuzione di collaudi in presenza di personale specializzato, mentre sul fronte dei costi di gestione l’ex Asl di Palmi e l’Asp di Reggio Calabria hanno onorato i pagamenti con oltre 500 mila euro, a fronte, comunque, di una carente attività a tutela della salute pubblica, nonchè di un mancato sfruttamento dei benefici derivanti dalla potenzialità di impiego degli apparati acquisiti, quali la migliore qualità della vita connessa alla celere diagnosi, il minore rischio di mortalità e l’abbattimento dei costi di gestione generale».
Infine, l’attività della Guardia di Finanza ha accertato ulteriori problemi amministrativo presso l’Asp 5: la duplicazione dei pagamenti, pari a 107 mila euro, per canoni fatturati da Telecom Italia a fronte dei servizi offerti; la corresponsione di un somma ulteriore, parti a 195 mila euro, agganciata alla fatture emesse dalla stessa società telefonica.
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