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In occasione dell’ottavo anniversario della scomparsa di Giacomo Mancini avvenuta a Cosenza l’8 aprile 2002, la Fondazione a lui intitolata ha realizzato un filmato e pubblicato una brochure per ricordare la figura dello statista calabrese e per far conoscer l’enorme patrimonio politico, storico e culturale che custodisce. In una nota della Fondazione Giacomo Mancini si ricorda Mancini come figura centrale del socialismo italiano, meridionalista illuminato, politico coraggioso e appassionato. Mancini entra a far parte della Resistenza nel 1944. Giuliano Vassalli gli affida l’organizzazione clandestina di Roma della zona Trionfale – Prati. Dall’incontro con Vassalli inizia la sua militanza socialista. Diventa segretario della Federazione di Cosenza, nel 1953 viene eletto segretario regionale e nel 1956 dopo la feroce invasione sovietica dell’ Ungheria, Nenni lo chiama a dirigere l’organizzazione del Partito. Nel 1969 diventa vice segretario e il 23 aprile 1970 viene eletto segretario nazionale. Eletto deputato per la prima volta nel 1948- continua la nota- siede in Parlamento dalla prima alla decima legislatura. Sei volte ministro: prima della Sanità, poi dei Lavori Pubblici e infine del Mezzogiorno. Sindaco di Cosenza dal 1993 fino al giorno della sua scomparsa. La Fondazione a lui dedicata conserva 100mila documenti cartacei (interrogazioni, atti parlamentari, corrispondenza, stampe, minute, foto) 583 filmati. 200 ore di girato (attività parlamentare, interviste, processi, commemorazioni, premiazioni, inaugurazioni, premio Sila). Il monumentale archivio cartaceo e filmico è consultabile – conclude la nota – anche on line sul sito della Fondazione. Antonio Landolfi lo ricorda come uno dei leader più prestigiosi del Partito Socialista, in cui ha avuto il ruolo di Segretario Nazionale e di cui è stato parlamentare per ben dieci legislature, ricoprendo vari incarichi ministeriali, ai dicasteri della Sanità, dei Lavori Pubblici e al Mezzogiorno, la memoria del popolare uomo politico resta ancora viva in tutti gli italiani. Il Presidente della Fondazione Giacomo Mancini, continua affermando come «la sua opera di meridionalista, di garantista, di statista dalle riconosciute capacità realizzatrici che ha legato il nome di Giacomo Mancini ad opere e battaglie memorabili, lascia una traccia incancellabile nella storia dell’Italia, del Mezzogiorno, della sua Regione e di Cosenza, di cui nella parte conclusiva della sua vita fu Sindaco rinnovatore ed ispiratore di una incancellabile consapevolezza democratica». «L’esempio dato da Mancini con la sua azione e con il suo pensiero è – conclude Landolfi- più che mai di attualità nel panorama dell’Italia di oggi, ed in particolare, del Mezzogiorno, e, soprattutto tra i giovani, può trovare un riconoscimento ed offrire un riferimento essenziale per lo sviluppo della vita democratica e l’evoluzione civile e sociale del nostro paese».

IL SENATORE LANDOLFI – PRESIDENTE FONDAZIONE “MANCINI”
«Nell’anniversario della scomparsa di Giacomo Mancini, che è stato uno dei leader più prestigiosi del Partito Socialista, in cui ha avuto il ruolo di Segretario Nazionale e di cui è stato parlamentare per ben dieci legislature, ricoprendo vari incarichi ministeriali, ai dicasteri della Sanità, dei Lavori Pubblici e al Mezzogiorno, la memoria del popolare uomo politico resta ancora viva in tutti gli italiani». Ad affermarlo è il senatore Antonio Landolfi, Presidente della Fondazione Giacomo Mancini. «La sua opera di meridionalista, di garantista, di statista dalle riconosciute capacità realizzatrici che ha legato il nome di Giacomo Mancini ad opere e battaglie memorabili, lascia – continua Landolfi – una traccia incancellabile nella storia dell’Italia, del Mezzogiorno, della sua Regione e di Cosenza, di cui nella parte conclusiva della sua vita fu Sindaco rinnovatore ed ispiratore di una incancellabile consapevolezza democratica. L’esempio dato da Mancini con la sua azione e con il suo pensiero è – conclude Landolfi – più che mai di attualità nel panorama dell’Italia di oggi, ed in particolare, del Mezzogiorno, e, soprattutto tra i giovani, può trovare un riconoscimento ed offrire un riferimento essenziale per lo sviluppo della vita democratica e l’evoluzione civile e sociale del nostro paese».

IL SEGRETARIO PROVINCIALE DEL NUOVO PSI – BONOFIGLIO
A tracciare un ricordo di Giacomo Mancini ad otto anni dalla sua morte, il segretario provinciale del Nuovo Psi di Cosenza, Gianfranco Bonofiglio: «Sono trascorsi otto anni dalla perdita di Giacomo Mancini, un grande leader del socialismo calabrese e nazionale, ed ancora oggi si sente la mancanza di un vero leader che avrebbe potuto certamente essere un faro per tutti quei socialisti che in Calabria ancora credono negli ideali e nel pensiero riformista».
«E non si può non riflettere – prosegue Bonofiglio – su quello che è stato il risultato delle varie anime socialiste che si misurate con l’elettorato nelle recenti elezioni del 28 e 29 marzo. Un dato risalta inequivocabile. Nelle elezioni regionali del 2005 il Nuovo Psi, allora guidato da Saverio Zavettieri ottenne l’elezione di ben tre consiglieri regionali e tre consiglieri vennero eletti nelle liste dell’allora Sdi. Oggi sia la lista dei Psi – Socialisti Uniti che la lista Psi – Sinistra con Vendola non hanno raggiunto il quorum del 4%, non eleggendo alcun consigliere».
«Discorso diverso per il Nuovo Psi di Stefano Caldoro – prosegue Bonofiglio – che avendo fatto parte della lista ‘Insieme per la Calabrià con il Pri e l’Udeur ha contribuito con oltre 18.000 voti all’eccellente risultato di circa 53.000 voti con il 5,2%. Lista che ha eletto due consiglieri regionali. Permane comunque il fatto che per la prima volta dal 1970, anno in cui nacque la Regione Calabria, non vi sarà alcun consigliere regionale eletto con lo storico simbolo del garofano.
Ciò conferma la validità del progetto politico del Nuovo Psi ben consapevole che poter discutere o sperare nella ricomposizione o riproposizione di una compagine socialista è oramai fuori dai tempi. Diverso è un ruolo socialista riformista e libertario all’interno di un sistema bipolare ed all’interno del Popolo della Libertà». «Il Nuovo Psi, con impegno – conclude Bonofiglio – non potrà che essere l’unico referente credibile di una forte area socialista che nel Pdl e nel centrodestra potrà dare un concreto contributo riformista e libertaria».

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