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Nel trentatreesimo anniversario della “Strage di Razza'”, si è svolta a Taurianova la commemorazione dei due carabinieri che l’1 aprile del 1977 vennero trucidati un attimo dopo la scoperta di un summit di ‘ndrangheta che si svolgeva in un casolare di campagna, in un aranceto, al quale prendevano parte undici persone. La cerimonia si è svolta in due momenti. Il primo è stato caratterizzato da una cerimonia religiosa nella chiesa matrice di Taurianova, alla presenza del procuratore della repubblica del tribunale di Palmi, Giuseppe Creazzo, di uno dei tre commissari che reggono il Comune, il maggiore Ciro Niglio in rappresentanza dell’Arma, e di gran parte dei sindaci dei comuni che ricadono nella competenza territoriale della locale compagnia. La strage, in cui persero la vita l’appuntato Stefano Condello ed il carabiniere Vincenzo Caruso, è stata ricordata dal capitano Raffaele Rivola, mentre l’omelia è stata di don Vincenzo Ruggero, cappellano militare della scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria. Subito dopo la funzione religiosa, un corteo si è recato nella piazza principale di Taurianova, intitolata ai carabinieri morti nella strage, dove sono state deposte delle corone davanti al monumento in memoria dei due caduti. Mazzi di fiore sono stati deposti in contrada Razza’ ai piedi della lapide dove sono morti Condello e Caruso. Pochi giorni prima della Pasqua del 1977, l’appuntato Condello ed i carabinieri Vincenzo Caruso e Pasquale Giacoppo, mentre a bordo di una “gazzella” del Nucleo radiomobile della compagnia di Taurianova percorrevano la statale 101 bis, notarono un pregiudicato del luogo, alcune autovetture e una vespa. Condello e Caruso, scesi dall’auto, si diresseroi, attraverso una stradina di campagna, in un casolare diroccato da dove provenivano delle voci. Nella casa furonoi sorpresi e disarmati due pregiudicati, ma i militari furono colpiti dalle armi degli altri partecipanti al summit, due dei quali mortalmente feriti. Il crepitio delle armi miseo in allarme il carabiniere Giacoppo, il quale, lasciata l’auto, raggiunse il luogo dello scontro trovandosi di fronte alla raccapricciante scena. I malviventi, che intanto si erano impossessati della pistola mitragliatore dell’appuntato e del militare assassinati, tentaronoo di eliminare anche il terzo carabiniere. Il carabiniere Giacoppo impugnata l’arma d’ordinanza rispose al fuoco, mentre gran parte dei partecipanti al summit abbandonò il luogo dell’eccidio.

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