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POTENZA – Oggi nuovo sopralluogo della Polizia scientifica all’interno della chiesa della Trinità. Gli agenti torneranno sul terrazzo e nel sottotetto, dove il 17 marzo scorso è stato ritrovato il cadavere di Elisa Claps, per raccogliere gli ultimi elementi utili a inchiodare l’assassino. Questa settimana potrebbe essere decisiva per la svolta delle indagini. Gli investigatori, infatti, confermano che la situazione è in «evoluzione». Gli accertamenti, invece, sul materiale trovato nel sottotetto (anche un materassino e una brandina, che però erano distanti dal cadavere) potranno essere effettuati solo in nuovo incidente probatorio, alla presenza dei consulenti delle parti, quindi di Restivo, l’indagato, e della famiglia Claps, la parte offesa. Intanto ieri sera il Tg5 ha trasmesso un’intervista al supertestimone dell’omicidio di Heather Barnett, l’altro caso per il quale è sospettato Danilo Restivo. Al supertestimone, il libraio Rodney Browne, pochi giorni prima Heather Barnett confidò di aver avuto un violento diverbio con Restivo. «Heather era angosciata – ha raccontato Browne – per quel giovane italiano che era andato a casa sua per far cucire delle tende. Quando era entrato la chiave era inserita nella serratura. Quando Heather lo accompagnò all’ingresso si accorse che le chiavi erano sparite. “Dove sono le mie chiavi?” chiese. A Danilo disse di svuotare le tasche ma Heather pensava che non avesse tirato fuori tutto».
A Rodney Browne la donna, che in passato era stata sentimentalmente legata al libraio, disse che sarebbe andata fuori per il week end ma che al suo ritorno avrebbe affrontato la questione con Fiamma, la moglie di Danilo Restivo. «Le consigliai di cambiare la serratura. Non so se lo fece e non so se ci sia poi stato quel confronto con Fiamma». E anche “Chi l’ha visto?” si è occupato nuovamente del caso. La Sciarelli ha ricostruito, sulla base dei verbali degli interrogatori resi dai testimoni dopo la scomparsa della ragazza, tutto quello che sarebbe accaduto tra le 11.30 e le 15.30 di quella domenica di 17 anni fa. Intervistato anche il medico dell’ospedale che medicò la ferita di Danilo Restivo. Una ferita – ha dichiarato l’uomo – incompatibile con il sangue sul giubbino del ragazzo.
L’unico indagato (per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere) è proprio Restivo, che ha comunicato, tramite il suo legale, la propria disponibilità a sottoporsi all’esame del dna.
Dopo il rincorrersi delle voci e delle indiscrezioni, seguite alla scoperta del corpo di Elisa, per gli investigatori ora ci sarebbe più di qualche punto fermo. Una possibile ricostruzione della scena del delitto è stata ipotizzata dagli inquirenti che indagano sull’omicidio di Elisa Claps. In base agli elementi ritrovati il delitto sarebbe avvenuto proprio nel sottotetto della chiesa.
Quanto alle modalità la certezza arriverà solo dai risultati degli accertamenti medico-legali che sono in corso a Bari.
Due le ipotesi: Elisa Claps è stata strangolata oppure accoltellata. Per gli inquirenti della Procura di Salerno e per gli uomini della squadra mobile di Potenza, quella domenica di 17 anni fa la sedicenne potentina andò all’ultimo piano della canonica in compagnia del suo aggressore. Nella parte centrale del sottotetto ci fu l’aggressione, probabilmente a sfondo sessuale, e il ferimento a una spalla, forse con un taglierino.
L’ipotesi si basa su un rilievo osseo nella parte posteriore del costato. Per ora nessuna conferma dall’anatomopatologo Francesco Introna, che lo scorso 23 marzo, a Bari, ha eseguito l’autopsia.
Andra’ chiarito anche se il cadavere di Elisa e’ stato trascinato o sollevato fino all’angolo destro del sottotetto dove e’ stato ritrovato ufficialmente il 17 marzo da alcuni operai, chiamati a risolvere un’infiltrazione d’acqua. Perché gli inquirenti hanno anche delineato quello che è successo tra fine gennaio e inizio febbraio scorsi: don Vagno, giovane viceparroco brasiliano della chiesa del centro storico potentino, ritrovò il cadavere ma non avvisò nessuno, neanche il vescovo Superbo. Il sacerdote fu informato da una donna delle pulizie del ritrovamento di uno scheletro. In un interrogatorio don Vagno ha ammesso di non aver collegato subito i resti umani alla scomparsa di Elisa Claps e di aver anche controllato gli occhiali, poi riposti davanti al cadavere. Affermazione, questa sul ripiegamento degli occhiali, che smentisce le voci circa un “segno” lasciato dall’assassino.

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