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Ha detto no ai tentativi delle cosche di infiltrarsi in una delle rappresentazioni religiose più care ai calabresi e per questo, alla vigilia di Pasqua, qualcuno ha sparato due colpi di pistola contro il cancello esterno della sua abitazione.
Un’esclusione che non sarebbe stata gradita ed al quale la Chiesa ha risposto sospendendo la rappresentazione.
Vittima dell’intimidazione è il priore della confraternita del Santissimo Rosario, Michele Virdò, che a Sant’Onofrio, piccolo centro del vibonese, organizza l’Affruntata, manifestazione pasquale durante la quale le statue raffiguranti Maria Addolorata, Gesù e San Giovanni vengono portate a spalla per simboleggiare l’incontro dopo la resurrezione di Cristo.
Una manifestazione che negli anni, secondo gli investigatori, era diventata l’occasione per pregiudicati e picciotti di mostrare la propria forza agli abitanti di Sant’Onofrio, il cui consiglio comunale è stato sciolto nell’aprile dello scorso anno per presunti condizionamenti mafiosi e che da allora è retto da una commissione straordinaria. Una «strategia», quella delle cosche, contrastata duramente dal vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, che più volte ha richiamato la necessità di prestare attenzione alla scelta dei figuranti per esaltare il valore religioso dell’iniziativa, non solo a Sant’Onofrio, ma in tutte le parrocchie della Diocesi. Mons. Renzo, lo scorso hanno, ha anche indirizzato a tutti i parroci una direttiva con i comportamenti da tenere nell’organizzazione di simili manifestazioni.
E Virdò, insieme al parroco del paese, don Franco Fragalà, ha tenuto fede alle parole del Vescovo. Un comportamento che, evidentemente, non è stato gradito da tutti. Una delle ipotesi prese in considerazione dai carabinieri per risalire agli autori dell’intimidazione, infatti, è proprio quella di una “reazione» di qualcuno degli esclusi. In ogni caso, dopo gli spari della notte della vigilia di Pasqua, don Franco ha sentito il suo Vescovo, attualmente fuori Diocesi, e poi, d’intesa con i carabinieri, ha sospeso tutto. Una decisione caldeggiata dallo stesso Vescovo. «Non c’erano le condizioni per fare l’Affruntata.
Il priore, dopo quello che è successo – ha spiegato don Franco – non se la sentiva di essere presente e, in sua assenza, non si poteva fare la manifestazione. C’erano motivi spirituali e di ordine pubblico che ci hanno indotti a sospendere l’iniziativa. Se sarà fatta domenica prossima? Ancora non lo abbiamo deciso. Vedremo nei prossimi giorni».
L’Affruntata è una rappresentazione molto sentita non solo nel vibonese, ma anche in provincia di Reggio Calabria. Di origini pagane (il priore è un laico) vede le statue portate lungo le strade del paese. La statua della Madonna è velata di nero e raggiunge la piazza seguendo un proprio percorso, mentre quella di Gesù arriva dalla parte opposta. La statua di San Giovanni, invece, fa la spola tra le altre due, prima lentamente e poi sempre più velocemente. Alla fine nella piazza restano solo la statua di Maria, con i portatori che cominciano a correre avanti e indietro per tre volte, e quella di Gesù Cristo.
LE INDAGINI
Sarà la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro a coordinare le indagini sull’attentato intimidatorio compiuto alla vigilia di Pasqua ai danni del priore della confraternita del Santissimo Rosario di Sant’Onofrio, Michele Virdò. Secondo gli investigatori, infatti, l’intimidazione è da collegare al rifiuto opposto dal priore, d’intesa col parroco, don Franco Fragalà, al tentativo di pregiudicati e affiliati alle cosche della zona di infiltrarsi nella rappresentazione portando a spalla le statue raffiguranti Maria Addolorata, Gesù e San Giovanni in una corsa che simboleggia l’incontro dopo la resurrezione di Cristo. Le infiltrazioni delle cosche nelle manifestazioni religiose sono cosa nota. Per gli affiliati, infatti, farsi vedere in piazza a portare le statue raffiguranti immagini sacre è un modo per riaffermare il loro potere agli occhi della gente. A Sant’Onofrio, in particolare, secondo gli investigatori, gli affiliati erano soliti portare la statua di San Giovanni che rappresenta la forza. Dopo lo svolgimento dei primi accertamenti disposti dalla Procura ordinaria di Vibo Valentia, il fascicolo sull’intimidazione, secondo quanto si è appreso a Catanzaro, sarà trasmesso alla Dda.
I pm antimafia già entro la giornata di domani potrebbero avere un incontro con gli investigatori per fare il punto della situazione. I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, intanto, hanno effettuato una serie di perquisizioni a casa di pregiudicati per verificare il loro eventuale coinvolgimento nell’intimidazione. I controlli, tuttavia, avrebbero dato esito negativo.
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