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A Sant’Onofrio il parroco esclude alcuni soggetti dalle manifestazioni religiose pasquali e per tutta risposta nella notte vengono sparati colpi di arma da fuoco contro il suo cancello, a scopo intimidatorio. Ieri è saltata la tradizionale “Affruntata”, la processione durante la quale tre statue raffiguranti Maria Addolorata, Gesù e San Giovanni vengono trasportate a spalla, da quattro portatori per ogni statua, per simboleggiare l’incontro fra i tre personaggi biblici dopo la resurrezione di Cristo.
In passato, secondo quanto è emerso anche da alcune inchieste giudiziarie, pregiudicati e affiliati alle cosche di ‘ndrangheta erano soliti portare a spalla una delle statue, come segno di visibilità e di forza nei confronti della cittadinanza. Una pratica fortemente osteggiata dal vescovo Luigi Renzo, che con una direttiva indirizzata a tutte le parrocchie della diocesi ha invitato a una maggiore prudenza nella scelta dei figuranti. Cosa che quest’anno, a Sant’Onofrio, è avvenuta.
Esclusi, quindi, dalla rappresentazione religiosa, i presunti membri di alcune cosche locali si sono vendicati sparando, sabato sera, alcuni colpi di pistola contro il cancello dell’abitazione di Michele Virdò, priore della confraternita del Santissimo Rosario che organizza il rito. In seguito all’intimidazione, il parroco, sentito il vescovo Luigi Renzo, e d’accordo con i carabinieri, ha deciso di sospendere la manifestazione. Il comune di Sant’Onofrio dallo scorso anno è stato sciolto per mafia; da allora è retto da una commissione straordinaria.

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