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«La criminalità organizzata non è la piaga purulenta che lacera il tessuto connettivo dell’intera società, unitamente alla mancanza di legalità?».
Se lo chiede l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Antonio Ciliberti, nel messaggio ai fedeli indirizzato per la festa di Pasqua.
«Se diamo uno sguardo alla contraddittorietà in cui si dimena la nostra umanità, – spiega – avvertiamo come essa non abbia il potere di risolvere i suoi problemi, nonostante la potenza della ragione e della libertà.
L’attentare alla vita – domanda – non è forse l’atto più assurdo e contraddittorio dell’umanità? Le guerre fratricide non sono il segno di barbarie che uccidono la dignità della persona? La mancanza della solidarietà tra gli uomini non è il segno di immaturità diffusa ed affermazione di invincibile egoismo e permanente razzismo? Il compromesso di taluni uomini delle Istituzioni – continua – che non incarnano gli indispensabili valori etici e professionali, alimenta la sfiducia e il disinteresse. Nella particolarità di tale contesto, più o meno configurato così, si annida la crisi diffusa, la mancanza di serio interesse a riscoprire l’identità della famiglia e non si riesce ad individuare un progetto di armonico sviluppo che vede responsabilmente impegnati tanti disoccupati con la bontà della loro professionalità e lavoro. Da questa nostra società, irretita nei suoi limiti e nella sua impotenza, nonostante le sue potenzialità, parte l’implorazione di indispensabile aiuto».
«Questo grido – sostiene l’arcovescovo – arriva la cuore di Dio che non è mai sordo all’implorazione degli uomini suoi figli. Qual è la risposta di Dio? È il più grande atto di amore – dice mons. Ciliberti – che il Signore abbia fatto agli uomini: la sua Pasqua. Durante l’esperienza terrena, non capiremo adeguatamente questo gesto divino, perchè se lo capissimo appieno moriremmo non per la sofferenza, ma per la gioia. Nella sua Pasqua, Egli per noi si immola sull’altare della croce, versando il suo sangue prezioso come prezzo per il nostro riscatto.
Egli ha fatto dell’umanità la grande famiglia di redenti ed ha ricomposto l’uomo nella sua dignità. Nella grandezza di questo infinito amore che il Signore ha irradiato nel cuore dell’umanità per mezzo della Pasqua di Cristo, gli uomini di tutti i tempi potranno recuperare la forza della verità che li aiuti ad attualizzare tutte le potenzialità dell’umana ragione a servizio della dignità dell’uomo, per operare insieme ed edificare a più mani il bene di tutti. La Pasqua dice ancora una volta, in maniera inequivocabile, che nessuno è bastevole per se stesso, ma che abbiamo bisogno di Dio e del reciproco aiuto. Proprio per questo, sull’esemplarità dell’amore di Dio, dobbiamo responsabilmente operare solidalmente uno per tutti e tutti per uno. Il mio augurio, perciò, – conclude – non può esaurirsi in una formalità passeggera, ma dovrà concretizzarsi in un sostanziale impegno di responsabilità, sull’esemplarità di Cristo, a servire fedelmente l’uomo e l’intera società».
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