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Durante la Settimana Santa si continua a dar vita, in alcuni centri della Calabria, ad una serie di suggestive e significative commemorazioni che ricordano la Passione e la Morte di Gesù Cristo. Tra le più interessanti di queste cerimonie sono da annoverare quelle che si tengono ogni anno a Nocera Terinese.
Questa secolare tradizione, risalente all’incirca al 1260-1300 d.C., si ripete con straordinaria puntualità ogni anno, in occasione del Venerdì e del Sabato Santo di Pasqua.
Un paese di 6 mila anime, che si eregge nella valle del Fiume Savuto immedesimato come un presepe, con profonde radici nella Magna Grecia è considerato con certezza, antica colonia greca di Terina o Temesa. Nelle vie di questo cimune si compie il “Rito del sangue” mediante l’autentica pura autoflagellazione, operata da un centinaio di persone del luogo che, per devozione, per grazia ricevuta o per un voto fatto, si percuotono i “polponi” delle cosce e delle gambe con degli arnesi definiti il “Cardo” e la “Rosa”, facendo defluire sangue copioso e percorrendo gli identici sentieri tracciati dalla imponente Processione della Stupenda, indescrivibile Statua della Madonna Addolorata (Pietà).
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