“Restivo aveva le chiavi della chiesa della Trinità”

«E’ una piccola parrocchia e ognuno ha sempre dato una mano per le attività e per la gestione della chiesa». Il testimone è una figura storica del centro Newman, l’associazione culturale frequentata dai figli della borghesia potentina.
In Questura l’hanno sentito e risentito nel corso degli anni. Anche l’altro giorno.
Perché gli investigatori stanno cercando di capire se ci fossero altre persone che avrebbero potuto frequentare quel sottotetto.
I locali del centro Newman sono attigui alla chiesa. Anzi, sono praticamente in chiesa, perché comunicanti.
E’ questo che non va giù agli investigatori.
Per loro è difficile credere nella possibilità che nessuno abbia sentito o visto nulla quel giorno.
E soprattutto è ancora più difficile credere che nessuno sia mai entrato in quel sottotetto.
Le domande sono sempre le stesse. Le risposte anche.
Tranne una.
Forse. Perché negli atti dell’epoca non era emerso. Danilo Restivo potrebbe aver avuto le chiavi della chiesa della Trinità.
E’ questo che, si apprende da indiscrezioni, avrebbe riferito il testimone agli investigatori.
E’ solo uno dei particolari del suo racconto.
Ma è un particolare che potrebbe risultare di grande importanza.
E’ possibile che anche Danilo Restivo abbia dato una mano all’epoca a gestire le attività della parrocchia.
Restivo con il centro Newman non c’entra.
Lui, al massimo, andava a chiudere la chiesa a fine giornata.
Ma erano in tanti ad avere le chiavi.
E’ un particolare importante, quello delle chiavi.
Perché chi ha nascosto il corpo di Elisa non può averlo fatto mentre la chiesa e il circolo Newman erano frequentati.
Anche se il sottotetto è nascosto e per arrivarci bisogna seguire un percorso accidentato qualcuno avrebbe potuto sentire o vedere qualcosa.
Con le chiavi della chiesa sarebbe stato tutto più facile.
L’assassino o chi ha occultato il cadavere di Elisa avrebbe potuto agire indisturbato in orari più sicuri.

f.a.