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Rosa decimata e formazione stravolta per il San Luca dopo la pesantissima decisione del giudice sportitvo. La squadra sarà costretta ascendere in campo ad Antonimina con le riserve a causa dell’assenza dei titolari squalificati.
Questa per il San Luca è la prima partita del campionato di prima categoria dopo la squalifica comminata a 16 calciatori ed ai dirigenti della squadra per la decisione presa l’8 novembre di giocare col lutto al braccio per la morte del boss della ‘ndrangheta Antonio Pelle.
Assenza pesanti che non serviranno però da alibi per la partita. «Onoreremo ugualmente il nostro impegno», dice il presidente del San Luca, don Pino Strangio (in foto), parroco del paese. Presidente che in questa vicenda si è battuto per la riabilitazione dei ragazzi, che col lutto al braccio avevano voluto esprimere la loro solidarietà ad uno dei giocatori della squadra, nipote del boss Pelle. Quanto alla squalifica e alle altre sanzioni il sacerdote non si dice arrabbiato ma anzi grato al giudice sportivo, che non ha optato per la massima pena. «Abbiamo rischiato la radiazione e col suo provvedimento il giudice ha voluto dimostrarci comprensione. È stato importante, in questo senso, l’assunzione di responsabilità da parte dei nostri ragazzi ed il loro pentimento per quanto è accaduto. Adesso – conclude don Pino – riprendiamo il nostro cammino in campionato e siamo decisi a fare il nostro dovere fino in fondo, dimenticando quanto è accaduto».
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