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I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 13 decreti di perquisizioni, notificando 7 avvisi di garanzia, nei confronti di 13 soggetti, indagati a vario titolo per associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e traffico di droga, trasferimento fraudolento di valori ed altro.
I soggetti colpiti dai provvedimenti, inseriti, secondo gli inquirenti, nella cosca di ‘ndrangheta degli Ursino, sono residenti nei comuni di Gioiosa Jonica, Siderno, San Luca, nel reggino, oltre che a Bari e Torino. L’operazione, denominata «Mistero», trae origine dall’omicidio di Pasquale Simari, 45 anni, avvenuto a Gioiosa Jonica la sera del 26 luglio 2005 e di cui gli inquirenti ritengono di aver individuato l’autore materiale.
L’inchiesta avrebbe permesso di acclarare definitivamente l’esistenza di un sodalizio criminoso di ‘ndrangheta, capeggiato dalla famiglia Ursino, operante a Gioiosa Jonica, nei comuni del comprensorio della vallata della fiumara Torbido, con ramificazioni nel Nord Italia, specie in Piemonte, e con collegamenti con la mala pugliese ed avrebbe permesso di individuare i collegamenti tra alcune cosche di ‘ndrangheta operanti nell’area ionica oltre che di accertare alcuni episodi di danneggiamento, estorsioni e incendio verificatisi negli anni dal 2002 al 2008.
L’inchiesta avrebbe evidenziato alcuni trasferimenti fraudolenti di valori, con l’investimento di danaro di provenienza illecita in attività economiche lecite, al fine di aggirare la normativa antimafia. Accertata anche la disponibilità di armi, anche da guerra, da parte del sodalizio.
Le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi sono Antonio Ursino, detto «Totò», 61 anni, ritenuto capo dell’omonima cosca attiva a Gioiosa Ionica e nella Vallata del Torbito con ramificazioni in Piemonte e nel nord Italia; Tommaso Costa, 51 anni, ritenuto l’esecutore materiale del delitto di Pasquale Simari, già detenuto perchè imputato dell’omicidio di Gianluca Congiusta avvenuto a Siderno nel maggio del 2005; Marcello Zagaglia, 44 anni, di Grotteria , considerato il factotum della famiglia Ursino; Cosimo Salvatore Panaia, 41 anni,detenuto per traffico di droga, imparentato con alcune famiglie della ‘ndrangheta locale, ed uomo di fiducia del boss Ursino; Giuseppe Versaci, originario di Torino e residente a San Luca, sospettato di essere elemento di un narcotraffico tra Calabria e la Puglia; Giuseppe Lastella, barese di 32 anni, ritenuto implicato in un traffico di droga tra la Calabria e la Puglia.
I provvedimenti restrittivi emessi dal gip di Reggio Calabria, su richiesta della locale DDA, sono stati eseguiti dai carabinieri nella Locride, a Reggio Calabria, a Bari e L’Aquila. Nel corso dell’operazione sono state eseguite, sempre su disposizione della procura antimafia di Reggio Calabria, sette perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati sospettati di gravitare nell’ambito della cosca in questione e ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione mafiosa, di trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, spaccio di droga, favoreggiamento personale, procurata inosservanza di pena.
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