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di Pierantonio Lutrelli
TURSI – Tutti la ricordano vagamente. Eppure V. L. a Tursi si vedeva. Di solito in un bar tabacchi molto frequentato, dove la giovane sfortunata, comprava le sigarette o consumava un caffè. Non era del posto, era nata a Pisticci, presumibilmente all’ospedale di Tinchi, ed a aveva vissuto a Montalbano con la sua famiglia di origine, questo fino a qualche anno fa, quando, dopo aver conosciuto un ragazzo della città di Pierro, vi si era trasferita per vivere nel popolare rione Santi Quaranta per mettere su una famiglia tutta sua.
La sua però, non è stata una vita facile, il matrimonio è andato subito male, tanto che dal marito la ragazza era separata da un pezzo.
La coppia aveva avuto una bambina che tempo fa è stata affidata ai servizi sociali. La giovane donna aveva problemi di droga. E per procurarsi la sostanza, pare si prostituisse e pare, anche con persone molto più grandi di lei. Servivano i soldi. A Tursi qualcuno ci ha confidato che «aveva l’aspetto di una barbona».
Si spostava spesso in autobus, anche per recarsi presso l’ospedale di Policoro ed in particolare presso il Sert (Servizio tossicodipendenze) dove aveva chiesto aiuto, anche se pare che gli sforzi del personale specializzato erano stati vani. Da informazioni raccolte risulta al Quotidiano che V. fosse anche in cura presso il reparto di “Igiene e salute mentale dell’ospedale di Policoro”.
Una vita la sua ai margini della società e nel pieno degrado, terminata in tenera età dopo una conduzione difficile. In un mondo di perbenisti, pare quasi che nessuno la ricordi, eppure Valentina era lì a vagare tra il Basso-Sinni ed il Metapontino, con i suoi problemi di droga e di esistenza.
Ora nessuno la vedrà più per davvero, non vedrà quella ragazza alta dall’aspetto trasandato e dallo sguardo smarrito.
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