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Le ragioni di bilancio addotte da Trenitalia, «società a prevalente capitale pubblico», non valgono a giustificare «provvedimenti fortemente penalizzanti per i cittadini, ed in particolare per le fasce più deboli, che condannano alcune zone della Calabria e complessivamente l’intera regione alla marginalità ed all’isolamento ed hanno forti ripercussioni sul livello occupazionale».
E’ quanto affermato dalla deputata del Pd Doris Lo Moro, segretario della Commissione Affari Costituzionali della Camera, in un’interrogazione rivolta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, e al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti.
«Con decorrenza 1 marzo 2010, Trenitalia spa – scrive la parlamentare del Partito Democratico – ha dato seguito alla soppressione di alcuni treni a lunga percorrenza gestiti dalla Divisione Passeggeri N/l.
Tali decurtazioni – continua – sarebbero propedeutiche alla preparazione del contratto di servizio che il Governo deve stipulare con Trenitalia, attraverso il quale sono individuati i treni del segmento della lunga percorrenza». Dopo aver fatto rilevare che il territorio calabrese è interessato dalla soppressione di otto treni da e per Reggio Calabria, la parlamentare evidenzia che «la soppressione delle cosidette antenne (sezione jonica) dei treni notte diretti a Milano e Torino ha un grave impatto sociale in quanto – spiega – limita in maniera significativa il diritto alla mobilità dei residenti della fascia jonica, ai quali non viene garantito nessun collegamento diretto con le relazioni di traffico ferroviario dirette al Nord».
Doris Lo Moro fa anche rilevare che i provvedimenti di variazione dell’offerta ferroviaria, per quanto attiene alla Calabria, «hanno interessato anche il servizio «auto al seguito». Sono stati, infatti, totalmente soppressi – spiega – treni che garantivano tale servizio nella stazione di Lamezia Terme , presso cui peraltro di recente, nell’anno 2009, sono state installate le rampe metalliche ed effettuati i lavori al piazzale della Stazione per consentire il carico/scarico delle auto, con un adeguamento strutturale costato circa 60.000 euro».
Secondo Lo Moro «anche i tagli a tale servizio, di cui peraltro – aggiunge – non si capiscono le ragioni, tenuto conto che soltanto nell’anno 2007 sono state movimentate nello scalo lametino 10.000 (arrivi e partenze) auto, hanno una forte ripercussione sociale, considerato che a farne uso sono soprattutto persone (per lo più, calabresi residenti in altre regioni) che vengono in Calabria per brevi periodi ed hanno interesse a raggiungerla in treno e ad avere in loco la disponibilità di una vettura».
L’intervento della CISL
«Quanto sta accadendo nel settore dei trasporti non può che generare allarme e preoccupazione». E’ quanto affermano il segretario generale della Cisl Calabria Paolo Tramonti e il dopo la seguito alla decisione di Trenitalia di sopprimere ben 12 treni da e per la Calabria. «Quel che è ancora più grave – proseguono Tramonti e Fiorenza in una nota – è che tutto questo avviene in un contesto di costante e continua spoliazione di risorse e investimenti per la nostra Regione. Come se non bastasse, oltre ai pesanti tagli operati in questi anni dal Governo nei confronti della nostra Regione (per ultimo il blocco degli stanziamenti del PAR-FAS Calabria), si aggiunge il pressochè totale disimpegno dei grandi gruppi di servizi pubblici, non solo Trenitalia e Gruppo FS, ma anche Poste, Anas, Enel, Autostrade e Telecom, che da più anni stanno letteralmente «saltando» la Calabra dai loro programmi di investimento, con inevitabili riflessi di ordine occupazionale e di riduzione degli organici.
Per la Cisl tutto questo è inaccettabile – affermano i sindacalisti – quel che ancor di più preoccupa è l’assenza di una qualsiasi presa di posizione (tranne poche eccezioni) della politica e delle istituzioni, che proprio in momenti come questi dovrebbero far sentire forte la propria voce a Roma». Oggi, va ribadito ancora una volta, il Mezzogiorno è il grande dimenticato dalla politica nazionale. Per questi motivi – fanno rilevare – la Cisl ha rilanciato, proprio in questi giorni, con forza la richiesta di attivazione di un tavolo interistituzionale e sociale di concertazione finalizzato all’attuazione di un Patto di responsabilità per il Sud in grado di dare un forte impulso soprattutto alle aree più deboli del Paese come la Calabria. In questo ambito il potenziamento di infrastrutture e trasporti rappresenta una priorità assoluta su cui intervenire attraverso iniziative specifiche quali: l’istituzione di un fondo nazionale per rafforzare la progettazione delle opere pubbliche destinandovi fino al 2013 una quota dei fondi europei e dei Fas e l’impegno dei grandi gruppi di servizi pubblici, come Ferrovie, a incrementare i loro investimenti nel Sud almeno del 10%».
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