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di BIAGIO TARASCO
INCROCIAMO Beppe Grillo in una stradina poco prima della conferenza stampa, fissata per le 17:00 nella cappella dello storico palazzo Gattini, ora trasformato in albergo, dove alloggia. Non riesce a nascondere il suo stupore e subito ci rivela di essersi smarrito. «Ero in camera mia – dice preoccupato – e improvvisamente mi sono trovato per strada. Ma che città è questa?». Ripeterà la battuta sul palco in piazza Vittorio Veneto, dove sale alle 19:40, saltellando, incappucciato come un pugile da via Margherita. La piazza, che tre quarti d’ora prima era quasi vuota, si riempie nel giro di qualche minuto, pronta ad ascoltare il comico genovese, che parlerà ininterrottamente per 55 minuti, ed i candidati alle elezioni comunali della lista Matera a cinque stelle. «Ma che città è questa – grida Grillo – Una città patrimonio dell’Unesco imbrattata di manifesti elettorali? Ne ho visto uno con uno slogan inquietante, che recita “Ti seguiremo sempre». Il pubblico, che ha sfidato una temperatura gelida per seguire Grillo, applaude e ride, consapevole che presto le parole e la verve del comico renderanno più sopportabile il freddo. «L’Italia, – avverte Grillo – con i suoi 1800 miliardi di euro di deficit è una nazione fallita. Siamo ridotti peggio della Grecia. Occorre creare una classe politica nuova. I candidati delle liste a 5 stelle sono tutti giovani incensurati, non iscritti ad alcun partito e con la voglia di riappropriarsi della politica vera, a sostegno dell’interesse comune e generale, non di chi è in Parlamento solo per legiferare a proprio favore, calpestando la Costituzione. L’ultima farsa è quella del decreto interpretativo, che Napolitano ha firmato ignorando quello che dice l’articolo 72 della Costituzione, e cioè che un governo non può emettere un decreto attuativo in materia elettorale. Se ne infischiano delle leggi. Come quella che non permette ad un presidente di Regione di candidarsi per tre volte consecutive. In Lombardia Formigoni si appresta a governare per la quarta volta. Se dovesse accadere abbiamo già pronto un ricorso che potrebbe annullare le elezioni». Ha dei punti fermi il comico genovese, che continua a ripetere in tutte le piazze e nelle conferenze stampa, ma non risparmia gli strali al mondo dell’informazione. «Siamo assenti – sottolinea – nella grande informazione. Ma questa informazione è costretta a sparire, soppiantata dalla rete e dai nuovissimi mezzi elettronici, che ti mettono in contatto con il mondo intero e ti permettono di scegliere l’informazione che vuoi, non quella calata dall’alto. Il nostro Governo sta facendo leggi per ostacolare la libertà su Internet. Nei sondaggi di questi giorni che compaiono sui quotidiani siamo relegati nella categoria ‘altri’, non nominano nemmeno il nome delle nostre liste. E’ un modo per farci sparire. Per questo dico che adesso l’invisibilità è il nostro nemico. Il nostro non è un partito retto da ideologie, ma da idee. Nelle liste a cinque stelle non c’è un leader, perché tutti sono intercambiabili. Fare entrare un nostro rappresentante in Comune è come fare entrare un network. Oggi i sindaci sono amministratori delegati, che non operano per l’interesse della collettività. Vogliono privatizzare l’acqua, combattere le energie rinnovabili, che si stanno invece estendendo in molti paesi europei». Ed è proprio in nazioni come l’Inghilterra, l’Austria o la Germania che Grillo ultimamente è stato invitato dai politici per parlare di energia e Internet. «Un mese fa – dice Grillo – mi hanno chiamato al Comune di Vienna per chiedermi consigli su come contrastare un progetto dell’Enel, che da quelle parti vuole recuperare due vecchie centrali nucleari degli anni Settanta. La ministra dell’Energia in Inghilterra ha chiesto di ascoltarmi e al termine del colloquio mi ha lasciato dicendomi che doveva andare a fare la spesa in bicicletta. L’Italia, invece, è il paese con il maggior numero di auto blu, che sono 650 mila. I nostri politici trascorrono questi anni sotto scorta, hanno paura di scendere per le strade ad incontrare la gente. Ma che vita è la loro? La nostra è una classe politica fatta di vecchi. Rinchiudiamoli in un istituto e facciamogli credere che stanno ancora a governare. Ogni tanto gli portiamo qualcosa da firmare e un’auto blu finta. L’Italia non si accorgerà della loro mancanza. Schifani, per giustificare il decreto interpretativo, ha detto che bisogna guardare la sostanza e non la forma. Tuttavia non riesce a vedere la sostanza di 350 mila firme raccolte in un giorno durante il V-Day di tre anni fa per un Parlamento pulito e alle quali non si è dato ancora alcuna risposta. Adesso Berlusconi scopre la corruzione – continua Grillo – mentre noi lo ripetiamo da anni. Avevamo chiesto di mettere fuori dal Parlamento chi aveva subìto condanne per tre volte. Quando abbiamo avanzato la proposta erano in Parlamento 19 condannati, adesso ve ne sono 24». Non mancano gli strali ai finanziamenti ai giornali. «Venti milioni al Sole 24 Ore, 7 milioni al Corriere della Sera, 4 al Manifesto, che perde lettori, al contrario de Il Fatto di Travaglio, che nonostante non riceva finanziamenti vende bene. E’ il modo che hanno i partiti per comprarsi la stampa. I partiti non riescono a presentare regolarmente una lista e poi vorrebbero anche governare negli enti pubblici. I candidati a 5 stelle, che si sono attivati da gennaio e sotto il freddo per la raccolta delle firme, in molti Comuni sono stati lodati per la regolarità con cui hanno presentato le liste. I grandi cambiamenti avvengono con piccoli episodi passati quasi inosservati: negli anni Cinquanta in America una donna di colore si rifiuta di cedere il posto ad un bianco sull’autobus, come prevedeva la legge, e scoppia una reazione a catena che porta all’abolizione delle leggi razziali».

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