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«Viva l’Italia». Così Mauro Fiore ha concluso, con soddisfazione e dopo molti ringraziamenti, il suo discorso di ringraziamento dopo aver ricevuto il premio Oscar per la miglior fotografia nel film ‘Avatar’.
Per il direttore della fotografia calabrese si tratta del primo Oscar. Mauro Fiore, nato in Calabria, a Marzi (in provincia diCosenza) si è trasferito negli Stati Uniti a sette anni, vivendo a Chicago. I genitori sono tornati in Italia, mentre lui decise di restare negli States, dove ha cominciato la sua scalata ad Hollywood nella scuola di Janush Kaminsky. Ha attualmente al suo attivo una ventina di film, tra cui Training Day.
«L’avevo preparata quella frase: ci tenevo molto a dirla», confessa Mauro Fiore subito dopo avere vinto l’Oscar per la miglior fotografia per il film Avatar. Pochi minuti prima, salito sul palco per ricevere il primo Oscar della sua carriera, aveva esclamato in italiano “Un gran saluto all’Italia. Viva l’Italia. Un grande abbraccio!».
Nel suo discorso di ringraziamento, dal palco, aveva reso omaggio anche «ai miei genitori Lorenzo e Romilda, che sono arrivati in America con quattro valige ed un sogno».
Sceso dal palco Mauro Fiore ha detto di avere dedicato la frase in italiano «in particolare ai miei familiari e agli amici che hanno seguito sicuramente la cerimonia dal paesino di Marzi, in Calabria, dove sono nato».
“Che bella notizia. Sono piena di gioia. Ci ha anche ringraziato sul palco. Sono scoppiata a piangere. Per me l’Oscar a Mauro ha un sapore particolare perché all’inizio ero molto scettica sul suo lavoro nel cinema. E invece eccolo qui a vincere l’Oscar e rendere fiera la Calabria e l’Italia intera”. A parlare così , con la voce ancora commossa, dopo la lunga nottata davanti alla tv satellitare, è Romilda Carpino.
A MARZI – Stanotte tutta Marzi lo ha festeggiato, dopo che lui dal palco del Kodak Theater aveva ringraziato i genitori e inneggiato all’Italia: “Grazie ai miei genitori Lorenzo e Romilda che sono venuti dall’Italia con quattro valigie e un sogno. Viva l’Italia!”, ha detto Mauro, mentre i genitori erano stretti davanti alla tv in una sala del Comune di Marzi, insieme a una sessantina di concittadini che hanno fatto nottata per assistere alla cerimonia e tifare per lui. “Ci siamo uniti ed abbiamo festeggiato questa notizia bellissima, facendo caroselli con le auto e suonando i clacson fino all’alba”, assicura papa’ Lorenzo, che invece ha sempre sostenuto il figlio nel suo sogno: “Ho sempre pensato che i figli dovessero fare quello che sentivano. Gli ho sempre detto – ricorda fiero – se vuoi fare questo lavoro, studia, impegnati, fallo con serieta’. E il fatto che sia arrivato al vertice mi rende orgogliosissimo. L’Oscar vinto con il film campione di incassi di tutti i tempi e’ una cosa che ci rende ancora piu’ felici”, aggiunge papa’ Lorenzo che il kolossal fantascientifico di James Cameron e’ corso a vederlo “appena e’ uscito in un cinema di Cosenza: l’ho trovato bellissimo. Avra’ preso meno statuette di quelle che ci si aspettava ma ha preso quelle giuste”, sottolinea col sorriso riferendosi’ al figlio. Poi racconta di aver sentito Mauro subito dopo la cerimonia: “Era felicissimo e ci ha detto che verra’ in Calabria a giugno per i nostri cinquant’anni di matrimonio. E tutto il Paese festeggera’ anche il suo Oscar”, conclude papa’ Lorenzo.
LA STORIA – Nato nel piccolissimo centro di Marzi, nel cosentino, nel 1964, Mauro Fiore, vive negli Usa da quasi 40 anni. All’eta’ di sette anni, infatti, con la famiglia si trasferisce negli Stati Uniti, vivendo per diversi anni a Chicago, affrontando le difficolta’ di una famiglia emigrata. Mentre i genitori e la sorella ritornano a vivere in Italia, Fiore rimane negli States per frequentare il Columbia College di Chicago. Durante gli anni degli studi conosce Janush Kaminsky, con il quale si trasferisce in California in cerca di fortuna.
La sua carriera inizia come elettricista e tecnico luci, partecipando a varie produzioni firmate da Steven Spielberg, come ‘Schindler’s List’ e ‘Amistad’. Nel corso degli anni, Fiore lavora come direttore della fotografia in campo internazionale, prevalentemente per il cinema statunitense, diventando membro dell’American Society of Cinematographers. Ha lavorato sempre dietro le quinte, come operatore di camera e tecnico luci, dagli anni ’90 in poi ha iniziato a lavorare assiduamente come direttore della fotografia di film come ‘La vendetta di Carter’, ‘Training Day’, ‘Smokin’ Aces’ e molti altri. Stanotte, per il suo lavoro in ‘Avatar’ di James Cameron ha ottenuto una statuetta agli Oscar 2010 per la migliore fotografia.
LA FESTA – Fiore tornerà a giugno a Marzi per festeggiare insieme ai suoi compaesani il successo a Los Angeles e ricevere la cittadinanza onoraria. Lo ha assicurato lo stesso Fiore al sindaco Rodolfo Aiello. «Ho parlato con lui stamani – racconta Aiello – ed era ancora emozionatissimo. Come del resto lo sono io. Quanto è successo è un evento fuori dal comune per il nostro piccolo paese. Eravamo compagni da quando eravamo bambini. Siamo coetanei e conosco Mauro, anche se è andato via torna tutti gli anni a Marzi. Adesso abbiamo fissato di rivrci a giugno. Prima non è possibile per i suoi impegni. E in quell’occasione gli consegnerò la cittadinanza onoraria».

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