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POTENZA – Un minuto di silenzio. La provocazione è del Partito socialista italiano. Da adesso, dalla ratifica del decreto ormai soprannominato “salva liste” varato dal consiglio dei ministri e firmato dal presidente della Repubblica Napolitano (vedi pagine 6 e 7), i Socialisti osserveranno un minuto di silenzio in ogni incontro di campagna elettorale. Scelta «in memoria della legalità violata», spiega Rosario Sarubbi, presidente del Psi lucano. Ma proprio quel varo apre al dibattito a distanza e a posizioni differenti. In Basilicata, diverse liste sono state escluse dopo la presentazione e adesso per qualcuno si riaccende la speranza. Tanto che è tornato ad essere ottimista Angelo Tosto, candidato sindaco a Matera sostenuto da 7 liste che potrebbero presto salire a 9, se il Tar recuperasse le due lasciate fuori dal rifiuto del segretario generale del Comune il 27 febbraio scorso. «Considero Matera Viva e Matera Donna come liste partecipanti al voto». Commenta così gli eventuali effetti del decreto interpretativo sui casi Polverini e Formigoni, approvato dal consiglio dei ministri, come un vero e proprio grimaldello per sbloccare il caso. Sarà l’avvocato Calculli a presentare, domani, il ricorso al Tar per giungere al medesimo provvedimento anche nei riguardi di Matera Viva e Matera Donna. «Nel nostro caso – spiega Tosto – c’è una denuncia presentata ai carabinieri perché chi portava le nostre liste è stato bloccato prima all’ascensore e poi sulle scale. La persona a cui è stato passato il plico è stato poi oggetto di una colluttazione ed è arrivato 35 secondi dopo l’annuncio del segretario generale sulle liste presentate. I tempi – prosegue sono cronometrati e registrati dalle telecamere della tv. Nonostante nel decreto si faccia riferimento alle elezioni regionali, sono fiducioso che il Tar accoglierà il nostro ricorso, in caso contrario dovrò pensare che si vuole impedire la partecipazione democratica al voto. Voglio pensare che l’Italia non abbia una giustizia a pelle di leopardo». Più cauti invece dalla Federazione della sinistra che si è vista escludere la lista materana in lizza per le regionali. Stanno studiando il decreto per capire, rientrare o meno nelle “nuove interpretazioni”. Ma l’eventualità non cela il disappunto. «E’ stato calpestato – spiega Italo Di Sabato, segretario regionale del Prc che con il Pdci compone la sigla – lo Stato di diritto. La legalità non può essere una parola vuota, con cui ci si riempie la bocca, ma che non “vale” solo per chi ha il potere». La Federazioneè stata esclusa nel Materano perchè solo parte delle firme raccolta erano state portate in Tribunale (le altre, pur se regolarmente certificate, risultano depositate presso alcuni comuni). Nel rientro in corsa sperano anche i sostenitori del candidato presidente Magdi Cristiano Allam nella cui mini-coalizione è stata esclusa, sempre per la circoscrizione di Matera, la lista di Io Sud. «Ci contestavano inadempienze formali (come non aver riportato il numero totale delle firme raccolte su tutti i moduli, ma solo sull’ultimo, ndr), non sostanziali. Ecco perchè adesso – spiega Allam – spero che possano essere riconosciuti come tali e dunque non siano un impedimento alla partecipazione» Del resto, «se quel decreto ha condonato gli errori commessi nella presentazione delle liste Formigoni e Polverini, escluse per errori, quelli sì, sostanziali, mi auguro che la proroga per un risanamento non si limiti solo a quei due casi».
Poche ore prima, anche il senatore del Pd, Ignazio Marino, dal tour lucano aveva spiegato: «Auspicavamo che si rispettasse l’autonomia della magistratura e invece ci troviamo ad assistere di nuovo ad uno stravolgimento autoritario delle procedure elettorali. E’ paradossale che il Pdl da un lato presenti il ricorso al Tar e dall’altro ignori del tutto l’autonomia e l’autorevolezza della giustizia amministrativa». Il tema non sfugge neanche al candidato governatore del centrosinistra, Vito De Filippo che, ieri, dall’appuntamento potentino convocato dai Pu si è scagliato contro il centrodestra nazionale: «Forzano tutto pur di raggiungere i loro obiettivi. Immaginate se fosse stata presentata la mia lista in ritardo. Di certo non avrebbero fatto lo stesso». E per chi, in queste ore, si scaglia contro la firma del Quirinale sotto il decreto, Gianni Pittella, europarlamentare Pd, ricorda che «il capo dello Stato non può impedire al Parlamento di legiferare o al governo di decretare. La piena responsabilità politica è e rimane del Governo che sta utilizzando gli strumenti d’intervento in suo possesso ancora per cambiare le carte in tavola a suo favore». E i Radicali? Denunciano «da anni – spiega Maurizio Bolognetti, segretario lucano – il sistema di illegalità che regola gli iter pre-elettorali». Possibilità di tornare in corsa in Basilicata? «No, grazie. Questo è solo un nuovo capitolo di quella che abbiamo chiamato la “peste italiana”. Nuovo passo “ad listam”».
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