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POTENZA – Sì, c’è ancora l’emigrazione, dalla Basilicata, e gente che ogni giorno si dice pronta a fare le valige. Ma c’è anche chi vuole diventare lucano. E non sono i campani del Cilento e Vallo di Diano, ma i calabresi della zona di Trebisacce. Lo fa sapere Walter Astorino, presidente dell’Assopec (Associazione operatori economici) di Trebisacce.
L’ipotizzato allargamento della Basilicata porterebbe a un aumento della costa.
E proprio da questo aspetto parte Astorino, sognando un domani diverso: «Finalmente – è il suo sogno a occhi aperti – il Porto a Trebisacce. Lo sbocco sullo Jonio, da nuovo slancio allo sviluppo commerciale della provincia. I nostri 40 km di coste, uniti ai 30 tirrenici della splendida Maratea, costituiscono un pacchetto turistico-commerciale di primo livello, unitamente agli splendori del Parco Nazionale del Pollino, finalmente reso raggiungibile dalle nostre spiagge, grazie ai cospicui investimenti ed alle rapide realizzazioni delle 2 nuove arterie stradali mare-monti, a scorrimento veloce».
«Indici demo-economici in rialzo – prosegue – in tutto l’Alto Jonio. L’ospedale Guido Chidichimo, potenziato ed ammodernato, è divenuto polo di riferimento sanitario del comparto territoriale. La scelta di cambiare regione, confluendo in Basilicata, è stata vincente. La Provincia di Potenza, ha ridato dignità, vigore e sviluppo concreto alla nostra terra.” Sogni. Fantasie. O forse no? Cosa penserà il Presidente della provincia di Potenza, Piero Lacorazza, leggendo queste amenità? Ed il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo? E Franco Stella, presidente della Provincia di Matera, non si chiederà perché, nel referendum per il cambio di regione, i cittadini dell’Alto Jonio hanno preferito Potenza?».
Astorino torna alla realtà e cita la Costituzione della Repubblica Italiana, art. 132, comma 2: “Si può con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con la legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra”».
«Ma sono solo fantasie – prosegue – illusioni, non ci crede nessuno. Eppure, recentemente, alcuni paesi ci hanno creduto, ed hanno cambiato regione. Nel dicembre 2006, i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello hanno votato, con un referendum, il passaggio dalla Regione Marche alla Regione Emilia-Romagna, vedi Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28 dicembre 2006. Successivamente, il Consiglio dei ministri, il 5 Aprile 2007, ha approvato il Ddl per il distacco territoriale dei Comuni suddetti dalla Regione Marche e la loro aggregazione alla Regione Emilia-Romagna, che ha iniziato il suo iter parlamentare».
«Infine, il 14 agosto 2009 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 188 la Legge 117 che sancisce il passaggio dei Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello dalla provincia di Pesaro e Urbino alla provincia di Rimini. La Basilicata è, sia geograficamente che storicamente, la nostra Patria naturale, basta osservare la cartina, o considerare che fin dall’VIII secolo abbiamo fatto parte dell’antico Principato di Salerno, o che apparteniamo alla comune area linguistica di Lausberg».
«Insomma – conclude con un dubbio amletico – Alto Jonio provincia di Potenza o Matera?».
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