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di ANTONELLA CIERVOLE vicende della ultime ore, in casa Pdl, non hanno scalfito la sua sicurezza. Saverio Acito, già sindaco di Matera, torna alla competizione e lo fa con Emilio Nicola Buccico seduto vicino a lui (a dividerli c’è solo il coordinatore provinciale Cosimo Latronico, ndr.). La campagna di comunicazione che annuncia la sua candidatura indica un cronoprogramma valido 10 anni: 2010-2019, nel corso dei quali la “meta in comune” è trasformare la città dei sassi in un punto di riferimento per la cultura europea.
«Il nostro progetto non è cambiato, lo riproponiamo perchè non è mai stato bocciato – spiega. Matera dovrà diventare una città d’arte con standard di efficienza di servizi e qualità della vita tali da garantirne la candidatura a capitale della Cultura nel 2019.
Conditio sine qua non affinchè questo passaggio avvenga è che il meccanismo di sviluppo passi attraverso alcune direttrici: lavoro, turismo, cultura, innovazione, ambiente e qualità della vita.
Per questo l’asso nella manica si chiama mutuo sociale. Un modo diverso di utilizzare le risorse pubbliche in modo più adeguato. «Siamo in ritardo – spiega – rispetto alla spesa dei fondi strutturali 2007-2013 che ancora non partono ancora. Paghiamo la responsabilità della politica e l’irresponsabilità della burocrazia». Dalla sua Acito dice di avere la passione che lo motiva. Il ricorso all’ironia, meno frequente del solito, indica chiaramente che Francesco Saverio Acito è entrato nella competizione. «Mi piace chiamarla così, così come preferisco chiamare competitori e non avversari, gli altri candidati». Parla già da sindaco e ringrazia gli altri aspiranti primi cittadini che si impegneranno, ne è sicuro, all’interno del consiglio comunale. A chi, però, gli chiede di immaginare l’ipotesi di un ballottaggio finale dice: «Dovrei immaginare il futuro…».
Si rivolge a Emilio Nicola Buccico e ricorda la conflittualità che li ha divisi che era «Il sale della nostra amministrazione. In caso contrario non avremmo avuto identità. Buccico ed io siamo diversi ma abbiamo un’unica passione».
L’ex sindaco non si era fatto pregare e in apertura della conferenza stampa aveva ricordato, con tempra da arringa: «Le vicende personali non mi interessano. C’è da anni, ormai, un tentativo di criminalizzazione nei miei confronti a cui risponderò esclusivamente nelle sedi giudiziarie. Mi interessa solo condurre, da oggi, una campagna elettorale forte, leale, grintosa».
L’imprimatur del partito giunge da Cosimo Latronico che parla di «Scelta meditata, non improvvisata di chiarezza e coerenza. La candidatura di Acito è la nostra proposta contro la dispersione, l’ambiguità, il trasformismo. Vogliamo offrire a Matera un governo e una prospettiva stabile». Il riferimento al familismo amorale ispirato da Edward Banfield è l’occasione per sottolinearne l’errata interpretazione che rischia di prevalere sui destini della città. «Vogliamo che prevalga il destino di Matera, rispetto a logiche corte».
Il riferimento al centrosinistra spetta a Nicola Rocco, coordinatore cittadino del Pdl: «In un incontro riunito in settimana ha annunciato l’inizio di corsi di formazione e il presidente di questo ente subprovinciale è candidato nelle liste del Pd. La nostra candidatura è scevra da ogni logica elettorale. Abbiamo dovuto riprendere Matera dalla cima dei capelli, riportandola ad una vita amministrativa normale. Per farlo abbiamo sconfitto il rapporto tra politica e macchina amministrativa. Ripartiremo da dove Buccico è stato costretto a lasciare. La nostra lista recupera i valori cattolici». L’ultimo appello di Rocco è dedicato a chi «Non deve farsi intrappolare dalle liste condominiali, nè dalle false promesse di lavoro.». A buon intenditor poche parole.
Al candidato governatore Nicola Pagliuca spetta il compito di sottolineare: «I programmi regionali non possono prescindere da altri. Vogliamo che Matera abbia una guida stabile, decisa, coerente per far sì che la città possa continuare il suo percorso ma ha bisogno di essere accompagnata e aiutata».
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