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«La decisione della Giunta Regionale della Calabria di modificare, senza alcun preavviso, i criteri di erogazione dei farmaci Pht e dell’ossigeno liquidio è grave, poichè lede i diritti soggettivi dei cittadini, la fruibilità immediata di presidi terapeutici e farmaci salvavita, il principio sacrosanto della privacy, sacrificata impunemente a causa dei vorticosi e tortuosi giri di burocrazia cui molti nostri corregionali da ieri sono costretti a compiere per poter disporre di quanto loro dovuto». Lo afferma Giusweppe Scopelliti, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione. «E’ impensabile – aggiunge – che le farmacie calabresi vengano viste come antagoniste nel processo di unitarietà della cura e del contenimento dei costi. La Regione avrebbe dovuto procedere ad una contrattazione con Federfarma che arrivasse a modificare le tabelle di applicazione delle tariffe sui farmaci e sull’ossigeno, tenendo conto di alcune considerazioni di carattere logistico che nel decreto vengono incredibilmente ignorate e che rappresentano un vero e proprio vulnus per la Calabria reale. In primis, si cestina il rapporto di fiducia tra farmacisti e cittadini che, attraverso un dialogo costante e qualificato, ha portato già a ridurre i costi( si pensi alle scelte sui farmaci generici indotte dalla persuasione della categoria) e che rimane basilare nel progetto di cura di ogni individuo. In secundis si costringono migliaia di cittadini sofferenti di patologie croniche e invalidanti (cardiopatie, diabetopatie, etc.) a dover effettuare estenuanti percorsi autorizzativi che costeranno tempo ed energia alla collettività e che avranno, come conseguenza diretta, la divulgazione esasperata di dati sensibili che appartengono eslcusivamente alle persone e che mortificano il diritto alla riservatezza. È impensabile che un settore dove si annidano e si favoriscono evidenti sprechi (con bilanci di asp che chiudono a 80-100 milioni di deficit) determinati da consulenze allegre, promozioni illegittime e autoassunzioni scandalose , faccia pagare il conto ai cittadini deboli ed alle farmacie, da sempre portatrici di coesione sociale e di fatto incolpevoli nel processo di destabilizzazione della sanità calabrese. Sono solidale con i farmacisti calabresi per questo ennesimo atto di arbitrio. Ma lo sono soprattutto con i cittadini calabresi, vessati e perseguitati da un sistema regionale che non ne riconosce i diritti, nemmeno quelli prioritari e inderogabili che sottintendono alla capacità di potersi curare con facilità e senza avere bisogne di astruse ed ottuse disposizioni formali. La Regione – conclude Scopelliti – revochi subito questo provvedimento che mortifica letteralmente il diritto alla salute della cittadinanza calabrese».
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