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di ROSSELLA MONTEMURRO
POLICORO – Ha reagito con grinta all’aggressione, pur di non mollare la borsa con i 1550 euro di pensione nelle mani dello scippatore. Già nel 2008, la coraggiosa settantunenne policorese era stata vittima di uno scippo (i carabinieri avevano identificato due fratelli minorenni del posto, denunciati), ma martedì pomeriggio malgrado abbia provato con tenacia a difendere la sua borsa, è stata sopraffatta dalla forza di un diciannovenne albanese che non ha avuto nessuno scrupolo a scaraventarla a terra dopo averla aggredita alle spalle. Il referto medico del Pronto Soccorso le ha riconosciuto una prognosi di sette giorni, per contusione e distorsione al polso destro e all’anca destra.
Nonostante le premesse, è una storia a lieto fine, che ha visto impegnato in prima persona il capitano Fernando Carbone, comandante della Compagnia dei carabinieri di Policoro, e i suoi militari che, nel giro di pochissimo tempo hanno arrestato, per rapina e resistenza a pubblico ufficiale Ermir Kasalla, domiciliato a Tursi.
Una vicenda che conferma la presenza costante dei militari dell’Arma accanto ai cittadini non solo in quelle situazioni che hanno eco mediatica (maxi retate o arresti di pericolosi latitanti) ma, soprattutto, in quei casi, in apparenza minori, che però incidono sulla percezione di sicurezza delle persone.
Intorno alle quattro del pomeriggio, la pensionata ha raggiunto l’ufficio postale per ritirare la pensione e poter pagare qualche bolletta.
Come sua consuetudine, effettuate le operazioni di ritiro della pensione, la donna ha riposto nella borsa i contanti, poco più di 1.550 euro, e si è allontanata per tornare a casa.
A seguire ogni passo della settantunenne, il giovane albanese che, in via Siris, l’ha aggredita, strappandole con violenza la borsa. Vana la reazione della pensionata, finita per terra.
Tuttavia, la signora non si è persa d’animo e si è immediatamente rivolta ai carabinieri.
I militari dell’Arma, guidati personalmente dal Capitano Carbone, giunti sul posto, hanno effettuato i primi accertamenti e, acquisiti alcuni elementi testimoniali, hanno avviato le ricerche del malafattore. Ermir Kasalla non è passato inosservato per l’abbigliamento tutt’altro che “anonimo”.
Indossava infatti un giubbotto a quadri, bianchi e neri che lo ha reso facilmente riconoscibile ed è stato notato mentre si allontanava dal posto dell’aggressione, stringendo al petto qualcosa.
I militari hanno così deciso di bloccare i principali accessi alla città, effettuando un capillare controllo nei pressi della stazione degli autobus, nell’ipotesi che lo scippatore potesse salire su qualche mezzo in partenza e allontanarsi.
Un’ipotesi che si è rivelata fondata, visto che proprio alla fermata degli autobus, i carabinieri hanno individuato un ragazzo che, di fatto, corrispondeva alla descrizione fatta del rapinatore.
Inutile sia il tentativo di fuga del diciannovenne sia, una volta fermato, la reazione per eludere il controllo: ha cercato di divincolarsi, scalciando e agitandosi ma è stato immobilizzato e ammanettato.
Durante la perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto nella tasca anteriore dei jeans il bottino della rapina, i soldi della pensione della signora.
Al rientro in caserma, la signora stava ultimando la denuncia.
Quando i carabinieri le hanno restituito i soldi è scoppiata in lacrime e si sono vissuti momenti di commozione, tra abbracci, baci e ringraziamenti.
Il ragazzo, alla fine ha confessato. Ad inchiodarlo, ulteriormente, alle sue responsabilità anche il filmato di una delle telecamere di sicurezza di un negozio di via Siris, che lo aveva ripreso proprio mentre seguiva la pensionata, poco prima dell’aggressione.
Ermir Kasalla è stato accompagnato nel carcere di Matera.

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