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«La ‘ndrangheta è sempre più pericolosa e ha ormai assunto il volto di una impresa capace di penetrare nel settore degli appalti pubblici con la complicità di una “zona grigia” composta da esponenti della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria». È questo l’allarme lanciato dal presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio, durante la relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Quello della ‘ndrangheta – ha detto Migliaccio – è un fenomeno che, purtroppo, nonostante lo strenuo impegno della magistratura e delle forze dell’ordine, alligna in forma sempre più pericolosa». Migliaccio, citando poi alcune osservazioni del Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha aggiunto che la ‘ndrangheta sta assumendo sempre di più il volto dell’impresa indispensabile per «penetrare nel settore degli appalti pubblici e per potere, in ogni caso, partecipare alle opere, pubbliche o private, ammesse a fruire dei fondi comunitari che ormai rappresentano, soprattutto per una Regione come la Calabria, il principale fattore di sviluppo in un territorio in cui l’iniziativa economica privata tradizionalmente è debole». Le cosche hanno anche affinato le tecniche di condizionamenti degli apparati di enti ed aziende sviluppando la capacità di penetrazione e di infiltrazione della pubblica amministrazione. E per raggiungere l’obiettivo la ‘ndrangheta si avvale di una « fascia di persone – ha aggiunto Migliaccio – che costituiscono la cosiddetta ‘zona grigià e che è costituita da esponenti della politica, delle istituzioni, delle professioni, dell’imprenditoria, a volte con legami massonici che forniscono alle consorterie occasioni di grandi arricchimenti e, talvolta, garanzie di impunità». L’aumento della pericolosità della ‘ndrangheta, secondo il Presidente vicario della Corte D’Appello di Catanzaro, è alimentato anche da un clima di rassegnazione di rassegnazione che ha ormai pervaso tutto il tessuto sociale della Calabria. «Occorrerebbe – ha detto Migliaccio – una mobilitazione delle coscienze, ma più sofferta, più convinta e, perciò, meno superficiale e chiassosa di quelle che a volte contraddistingue alcune manifestazioni». L’inaugurazione dell’anno giudiziario è stata l’occasione anche per rimarcare la carenza di organico dei magistrati e l’esiguità di mezzi a disposizione degli uffici giudiziari. L’allarme è stato lanciato dal Presidente della Corte D’Appello ma anche dal procuratore generale facente funzione, Dolcino Favi. «Il distretto di Catanzaro – ha detto Favi – ha un milione e mezzo di abitanti ed i pubblici ministeri di primo grado sono 63. Il rapporto è di un pm ogni 53 mila abitanti. Se fossimo ad organico pieno il rapporto dovrebbe essere di un pm ogni 17 mila abitanti. C’è poi il problema della carenza di mezzi a nostra disposizione. Negli uffici scarseggiano gli impianti di sicurezza passiva, i fotocopiatori e persino i fondi per le consulenze».

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