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Un uomo di 53 anni, Vincenzo Bevilacqua, è stato arrestato nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Antonino Stillitani, avvenuto ieri intorno alle ore 16, a Melito Porto Salvo. La vittima è stata uccisa da due colpi di fucile (uno a pallettoni, l’altro a pallini).
L’arrestato sarebbe la persona che era con la vittima al momento dell’agguato e che si era allontanata dopo l’omicidio. Bevilacqua è accusato di favoreggiamento. La vittima era a bordo di una Fiat 600 intestata al padre; gli esecutori, probabilmente due persone, hanno affiancato l’autovettura parcheggiata ed hanno sparato colpendo la vittima al torace, al braccio destro ed al fianco. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri.
Le indagini della Polizia di Stato e dell’Arma hanno fatto emergere che al momento dell’agguato Stillitano era accompagnato da una persona.Da qui le ricerche del testimone che hanno risalire a Bevilacqua. L’uomo avrebbe fornito agli investigatori versioni incongruenti e spesso contraddittorie circa gli ultimi minuti trascorsi insieme alla vittima, in favore della quale occasionalmente svolgeva mansioni d’autista e uomo di fiducia.
Bevilacqua, durante la notte, è stato quindia tratto in arresto in flagranza per favoreggiamento personale. Nel 1989 Stillitano era già stato ferito nell’ambito della faida che contrapponeva la cosca Pangallo – Maisano – Favasuli a quella degli Zavettieri che si scontravano per la realizzazione del nuovo abitato di Roghudi. E gli inquirenti seguono dunque la pista della vendetta mafiosa. Secondo quanto riferito dai carabinieri Stillitano sarebbe stato contiguo alla cosca degli Iamonte, che ha il controllo delle attività illecite nella zona di Melito Porto Salvo. Si sta cercando adesso di capire cosa abbia potuto provocare la vendetta, forse maturata all’interno della stessa cosca, che ha portato all’assassinio di Stillitano.
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