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Una lettera inviata alla sede centrale del “Quotidiano della Calabria”. Una lettera esplicita riportante minacce di morte dirette a Michele Albanese, giornalista responsabile dell’ufficio di corrispondenza di Polistena.
Albanese da anni esercita il proprio lavoro da cronista con attenzione e cura dei particolari raccontando e descrivendo la cronaca della Piana di Gioia Tauro.
Il messaggio di minaccia è stato scritto al computer utilizzando caratteri molto grandi ad occupare larga parte di un unico foglio in cui sono riportati in 9 righe complessive dettagli di fatti di cronaca relativi al territorio di Rosarno citando e richiamando episodi legati alle cosche che operano nella piana.
A completare il macabro messaggio una croce disegnata a mano, in modo da far sì che il messaggio non venga frainteso.
Sull’episodio indaga l’autorità giudiziaria competente e i carabinieri, presto tutto il fascicolo comprensivo della circostanziata denuncia sarà consegnato al Procuratore capo di Palmi, Giuseppe Creazzo (nella foto).
Proprio il Procuratore Capo nella giornata di oggi ha ricevuto la visita del direttore de “Il Quotidiano della Calabria” Matteo Cosenza, del capo del personale Antonio Panettieri e del giornalista Michele Albanese. A Creazzo, che ha manifestato massima attenzione alla vicenda, Cosenza ha esposto la situazione e raccontato alcuni episodi inquietanti che il “Quotidiano della Calabria” ha avuto modo di registrare nell’ultimo periodo. Solidarietà a Michele Albanese è giunta dal Sindacato dei giornalisti della Calabria e dal Comitato di redazione del “Quotidiano della Calabria”.
«Le minacce alla libertà personale, così come a quella di parola o di pensiero – ha detto Parisi – non riusciranno a imporre la vergognosa cultura improntata al sopruso e alla prepotenza». Parisi rimarca come «quella nei confronti di Michele Albanese non è altro che l’ennesima minaccia senza firma a chi fa bene il suo lavoro. Soltanto continuando a lavorare, quotidianamente, con serietà e passione nel pieno rispetto delle regole etiche e deontologiche della professione, si può sperare di scardinare le assurde pretese intimidatorie di chi pensa di condizionare, così, l’esercizio della libera informazione».
Il comitato di redazione da parte sua ha rimarcato come «le minacce al collega Michele Albanese sono inaccettabili. Non è possibile che in questa terra quando uno fa una cosa che non piace a un altro si arrivi alla minaccia. Questi vigliacchi andrebbero smascherati. Ieri come oggi essere giornalisti e scrivere quello che succede nella vita reale, è un vero pericolo, specie in posti come questa sfortunata regione, dove la classe dirigente è incapace di dare una svolta di legalità. Ci aspettiamo un sussulto di orgoglio da parte della società civile, da parte della classe dirigente politica, da parte della classe dirigente imprenditoriale, da parte delle organizzazioni dei lavoratori».
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