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«La tragedia della Shoah impone la riflessione sull’ingiustizia delle leggi razziali del 1938, l’antisemitismo e il patto d’acciaio tra Mussolini ed Hitler del 1939. Ma tutto ciò non dovrebbe rimanere chiuso nelle nostre menti. Ci deve rendere invece, come esorta la Chiesa, più umani nei riguardi degli immigrati che fuggono dalla miseria dei loro paesi». Lo afferma Pippo Callipo, che aggiunge: «Il ricordo di cupa in cui maturò la Shoah, che non dobbiamo dimenticare mai, deve impedire che il nostro sentimento sullo straniero si tramuti oggi in odio razziale. La Giornata della Memoria deve aiutarci a non dimenticare quanto di orribile è capitato agli ebrei ma anche a comprendere che spesso c’è chi utilizza il diverso come capro espiatorio su cui riversare il disagio di popoli interi. In tal senso, dobbiamo fare attenzione affinchè gli immigrati siano trattati come persone da rispettare e individui da integrare, piuttosto che come scomode presenze da respingere in mare o abbandonare al loro destino. Non dobbiamo cedere all’ideologia delle ‘patrie chiusè ed egoiste, che concepiscono lo straniero come il nemico da trattare senza umanità. La Giornata della Memoria – conclude – ha un grande senso e noi dobbiamo augurarci che la «caccia all’ebreo» che terminava sui treni per Auschwitz attraversi sempre le coscienze dei cittadini, affinchè la memoria ci aiuti a potenziare i presidi di democrazia che sono nati grazie alla liberazione dal nazifascismo e alla nascita della Repubblica».
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