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Un operaio, Santo Procopio, di 27 anni, con precedenti penali, è stato ferito in modo grave ieri sera in un agguato a Guardavalle, nella frazione Elce della Vecchia. L’agguato contro Procopio è stato fatto mentre il giovane era alla guida della propria automobile, sulla quale viaggiava da solo. Contro l’operaio sono stati sparati alcuni colpi di fucile caricato a pallettoni, uno dei quali lo ha raggiunto alla testa. L’agguato, secondo quanto è emerso dalle prime indagini dei carabinieri, sarebbe da collegare ad una vendetta maturata negli ambienti della criminalità organizzata. Ad Elce della Vecchia, località nota per essere luogo di residenza di pregiudicati, ci sono stati di recente altri agguati contro pregiudicati. Il giovane, residente a Isca sullo Ionio, è ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale di Reggio Calabria, dove è giunto dopo essere stato trasportato al nosocomio di Serra San Bruno.
Le indagini sono condotte dai carabinieri di Serra San Bruno e Soverato che stanno concentrando la loro attenzione sulle attività del giovane, ma anche sulle sue frequentazioni.
Procopio era, infatti, già noto alle forze dell’ordine. Intanto per essere stato arrestato nel 2007, dai carabinieri di Soverato, per la coltivazione di una piantagione di cannabis, poi per una denuncia per furto di legna. Ma nel passato di Procopio ci sarebbero, secondo gli investigatori, anche legami «pericolosi». Diverse sarebbero le relazioni delle forze dell’ordine che avrebbero registrato frequentazioni tra il venticinquenne ferito ieri e il boss Damiano Vallelunga, di Serra San Bruno, ucciso a settembre dello scorso anno davanti al Santuario di Riace, nella Locride.
Per ora si tratta solo di ipotesi al vaglio degli inquirenti, che stanno tentato di ricostruire sia i legami che gli ultimi movimenti di Procopio. Contro il giovane, che era alla guida della propria autovettura, sono stati esplosi diversi colpi di fucile. Dalle indagini è emerso che il venticinquenne era stato a casa della madre, che abita nella zona. Qualcuno, pare alcuni familiari, lo avrebbe soccorso dopo l’agguato trasportandolo all’ospedale di Serra San Bruno, dal quale è stato poi trasferito a Reggio a causa delle gravi condizioni.

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