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Si sono conclusi con dodici condanne ed una assoluzione i tredici giudizi abbreviati per altrettante persone coinvolte nell’operazione della Dda di Catanzaro battezzata «Skoder», diretta a stroncare un fiorente traffico di sostanze stupefacenti dall’Albania all’Italia, che sarebbe stato gestito con la regia di presunti esponenti della ‘ndangheta cosentina. Il giudice dell’udienza preliminare distrettuale di Catanzaro, Tiziana Macrì, ha emesso una sentenza di assoluzione per Pietro La Froscia, 48, S. Lorenzo Bellizzi (Cs), nel frattempo deceduto. Condannati invece: Luigi Pasquale Bloise, 25 anni, Cassano Ionio (Cs), a 7 anni e 4 mesi di reclusione; Alexandru Breahna, 25, Moldavia, a 6 anni; Aliona Breahna, 24, Moldavia, a 3 anni; Vincenzo Cosentino, 32, Cassano Ionio, a 7 anni e 4 mesi; Saverio Magliari, 55, Altomonte (Cs), a 8 anni; Alberto Mesiti, 29, Albania, a 8 anni e 4 mesi; Elvis Metvelaj, 25, Albania, a 8 anni e 4 mesi; Rocco Mario Napoli, 43, Roseto Capo Spulico (Cs), a 8 anni; Gianluca Presta, 31, Cosenza, a 8 anni; Rodon Rexhepi, 28, Albania, a 8 anni; Piergiorgio Siciliano, 27, Cosenza, a 8 anni e 4 mesi; Pasquale Santagada, 57, nato a Taranto e residente a Trebisacce (Cs), a 8 anni. Altre tredici persone, a settembre, erano state rinviate a giudizio davanti al tribunale di Castrovillari. Le posizioni di alcuni indagati, infine, erano già state stralciate, ed i relativi atti rimandati al pubblico ministero, per carenza del decreto che dichiarò la latitanza degli stessi imputati e, in due casi, per difetti di notifica dell’avviso di conclusione indagini. Tra queste ultime, le posizioni di Fisnik Smajlaj, 36 anni, ritenuto il capo dell’organizzazione criminale; e Liljana Kondakci, 57, la famosa cantante lirica coinvolta nell’inchiesta. Le indagini sfociate nell’operazione «Skoder» della fine di ottobre 2008, furono condotte dalla Guardia di finanza, e partirono nel 2005. Nel corso del blitz furono sequestrati quasi 500 chili tra cocaina, eroina e marijuana. Al narcotraffico, in particolare, avrebbero partecipato elementi di spicco della criminalità albanese e romena, ma anche calabrese, che avrebbero controllato il flusso di stupefacenti, assicurandosi che nessuna partita di droga proveniente dall’Est venisse immessa sul mercato calabrese senza il passaggio da Altomonte (Cs). Proprio nel piccolo paese casentino la banda avrebbe realizzato un vero e proprio centro di smistamento e di lavorazione della droga proveniente dall’Albania.
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