X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

«Leggo sui quotidiani che il consigliere regionale Vincenzo Sculco ha scelto di approdare con il suo movimento (I demokratici) al PDL e di sostenere Scopelliti come candidato alla presidenza». Lo afferma, in una nota, la parlamentare del Pd Doris Lo Moro. «Ho conosciuto Sculco in Consiglio regionale – aggiunge – ed ho apprezzato, soprattutto in alcune riunioni di gruppo, le sue capacità dialettiche. So anche che si è espresso sempre in maniera garbata nei miei confronti. È pertanto escluso che sul mio intervento pesino ragioni di natura personale. È un fatto però che Sculco sia stato sospeso dal ruolo di consigliere regionale a seguito di una condanna penale in primo grado e che, rientrato in Consiglio, è stato raggiunto da una sentenza di condanna di secondo grado. Ma Sculco non è l’unico consigliere regionale che in questa legislatura è stato oggetto di provvedimenti giudiziari. Il caso più conosciuto è ovviamente quello di Crea, subentrato in Consiglio regionale dopo la tragica morte di Franco Fortugno e su cui pesano le accuse più inquietanti. Non sono mancate altre condanne penali, in primo e secondo grado, rinvii a giudizio, arresti e quant’altro. Per alcuni consiglieri si è trattato di casi che si sono rivelati frutto di una cattiva valutazione delle circostanze o addirittura di errori macroscopici come è stato, per esempio, per Franco Pacenza». «Resta il fatto che a rinforzare l’immagine del Consiglio regionale della Calabria come il più inquisito d’Italia – dice ancora Doris Lo Moro – è stato il numero delle vicende giudiziarie che ha colpito, anche ingiustamente, i consiglieri regionali e soprattutto le pesanti condanne che hanno raggiunto alcuni. Naturalmente la condanna di Sculco, da cui sono partita in questa mia riflessione, sarà eventualmente definitiva solo dopo il giudizio della Cassazione e non c’è che da augurargli che possa ancora dimostrare la sua innocenza. Del resto sono stati tanti i politici che, dopo un lungo iter giudiziario, sono riusciti ad ottenere sentenze di assoluzione o sentenze dichiarative della prescrizione dei reati loro ascritti». «Quello che mi meraviglia oggi e che, a mio parere, dovrebbe meravigliare tutti – afferma ancora Lo Moro – è che Sculco si proponga come interlocutore nell’imminente campagna elettorale regionale e che il centrodestra lo accolga a braccia aperte e lo riconosca talmente credibile da dedurne che l’allontanamento del politico condannato per corruzione dall’area di centrosinistra dia ‘la conferma che il Pd sta cadendo a pezzì. Io invece penso che solo una politica di rigore possa garantire il futuro del Pd e che cordate pronte ad accaparrarsi i voti di personaggi in difficoltà di vario genere siano discutibili sul piano etico, prima che sul piano politico». «Il vero problema calabrese – conclude l’on.Lo Moro – è che la politica non sa fare i conti con la questione morale, che è un tema su cui non si può sperare su interventi esterni. E, stando al caso, non è credibile un centrodestra che vuole far credere di rinnovarsi rifacendo il look a un gruppo dirigente pronto a proclamare principi sapendo di smentirli con il suo comportamento concreto».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE