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«E’ CHIARO CHE diventa tutto più difficile se la gente continua a pensare che nella nostra gestione mettono ancora bocca i Postiglione». La richiesta di chiarimento è accettata di buon grado, anche perchè il Potenza in questo momento ha assolutamente bisogno di fatti concreti, anche in relazione al turbinio di voci e di illazioni che si fanno in città sul modo e sui termini del lavoro prezioso che stanno svolgendo Vittorio Galigani e Donato Arcieri, rispettivamente direttore generale e amministratore unico del Potenza.
Oggettivamente è difficile farlo credere in giro, ma lo sforzo compiuto dagli unici due dirigenti operativi del Potenza è apprezzabile e merita considerazione: «Postiglione non mette più bocca in questa gestione, anche perchè francamente ha i suoi problemi di altra natura da risolvere e non pensa certo al calcio. Se così non fosse saremo già andati via entrambi perchè la trasparenza e la legalità della nostra gestione equivale a piena libertà di azione. Ribadiamo a gran voce che non siamo le teste di legno di nessuno. Non c’è nessuno che si permette di interferire, ma Potenza malsopporta una cosa del genere e pensando che c’è ancora la mano di Postiglione in questa società non ci dà nemmeno una mano».
La domanda però nasce spontanea e attiene a come si pagano le ingenti spese attuali: «I soldi li stiamo cercando noi tra amici di fuori regione che ci stanno aiutando. Grazie a una serie di aiuti abbiamo finito di pagare lo stipendio di ottobre ai calciatori e anticipato anche qualche acconto per novembre».
E proprio il capitolo relativo alla tranquillità dei calciatori è un altro argomento da affrontare nella disamina fatta da Galigani e Arcieri: «L’avvocato Chiacchio ha dato le sue spiegazioni a Capuano, che le ha trasmesse ai giocatori che devono solo pensare a giocare e a fare risultati per il Potenza, a cominciare da domani in una gara vitale per la nostra classifica. Cercando di far sentire loro il nostro sostegno, come può essere anche il pagamento di qualche emolumento, vogliamo dare un segnale forte».
Magari la speranza sarebbe anche quella di risposte concrete dal tessuto cittadino che, per il momento, non stanno arrivando. Due episodi su tutti: «Ieri ci siamo allenati al coperto a Rossellino, dove prima di farci entrare ci è stato chiesto il pagamento di 120 euro di arretrato che aveva la società. Abbiamo pagato e ci siamo potuti allenare. Inoltre vorremo chiarire che in giro per Potenza, tra qualche imprenditore, è stata organizzata una sorta di richiesta di contributi a favore della società. Diciamo a tutti che la società non c’entra nulla in questa raccolta e che nessuno si è sognato mai di versare soldi al Potenza».

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