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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Magdi Cristiano Allam potrebbe non passare. Non c’è l’ufficializzazione ma nelle ultime ore sembrano essere scese di molto le quotazioni del giornalista di origine egiziane per la candidatura a presidente della giunta regionale di Basilicata. Bisogna senz’altro attendere le prossime per comprendere quale piega prende la “telenovelas” pidiellina per la scelta dell’aspirante governatore lucano.
Di certo rispetto alla riunione della Direzione nazionale del Popolo della libertà che si è svolta mercoledì pomeriggio a Palazzo Grazioli nelle ultime ore la situazione si è evoluta. Sia per questioni ed equilibri nazionali e sia per la dura reazione di molti dirigenti lucani del partito di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
Innanzitutto però la possibile candidatura di Magdi Allam per il governo regionale della Basilicata è stata “osteggiata” dagli ex di An che stanno dentro al Pdl. Non è un caso infatti, che il Secolo d’Italia, quotidiano nazionale da sempre vicino a Gianfranco Fini, abbia messo in copertina, ieri, un lungo articolo di critica proprio all’ipotesi di candidatura per l’eurodeputato in quota Udc, Magdi Allam.
Già dal titolo del Secolo d’Italia si comprende che la candidatura del giornalista ai vertici dei massimi dirigenti ex di Alleanza nazionale proprio non piace. Lo storico quotidiano nazionale di destra infatti titola: «Ci mancava soltanto l’egiziano…». E nel pezzo della giornalista Annalisa Terranova non si fanno sconti all’eurodeputato giornalista: «Magdi Cristiano Allam è il nome spuntato fuori a sorpresa dal cilindro delle candidature alle regionali. Lui stesso ha confermato l’ipotesi di scendere in campo da “indipendente” in Basilicata».
E su questo ci sono le critiche di Annalisa Terranova sulla bontà dell’operazione «non tanto perché contribuisce a irrigidire gli attriti con l’Udc, nelle cui file Allam è stato eletto eurodeputato. Ma perché Magdi Allam, egiziano trapiantato in Italia, è diventato un simbolo di un certo modo di intendere la politica: il suo è uno stile che induce al conflitto, alla diffidenza, alla difesa di identità sclerotizzate. È possibile ricavare tutto ciò anche dai propositi del movimento fondato da Magdi Allam, “Io amo l’Italia”, che si prefigge di combattere, con il relativismo, il multiculturalismo e l’islamicamente corretto. Questo tipo di approccio affonda evidentemente le sue radici nella deriva dello “scontro di civiltà” come destino ineluttabile dell’Occidente e, di fatto, si cristallizza in una forma deleteria di fondamentalismo politico che pretende di combattere efficacemente i germi del fanatismo».
E quindi il giornale nazionale vicino a Fini si pone domande: «Il Pdl ha bisogno di tutto ciò?».
La risposta è dello stesso Secolo d’Italia: «Noi pensiamo di no. La candidatura di Magdi Allam in Basilicata (ammesso e non concesso che l’uomo conosca qualcosa del territorio che si candida ad amministrare, mentre siamo certi che gli abitanti della Basilicata non sanno nemmeno della sua esistenza) rappresenterebbe pertanto un errore politico e una leggerezza che, sommati insieme, costituiscono per un partito politico quello che classicamente si definisce come “passo falso”».
Una bocciatura senza mezzi termini insomma. E’ evidente che questa non solo è la posizione della giornalista e del quotidiano nazionale ma anche la “voce” ufficiale di Fini e di chi gli sta vicino. E non è un mistero inoltre che proprio il senatore Egidio Digilio, storico segretario regionale di An, sia uno degli uomini più fidati dell’ex leader dell’Msi prima e di Alleanza nazionale poi.
Dalle fonti ufficiali romane vicine a Magdi Cristiano Allam non ci sono “rivelazioni”. Solo la comunicazione ufficiale: «Il presidente Silvio Berlusconi e l’eurodeputato Allam si sono aggiornati per un incontro che si svolgerà lunedì 25 gennaio». Insomma fino ad allora l’ufficializzazione di Magdi Allam non dovrebbe esserci. E fino allora c’è tempo per le altre soluzioni. Anche se l’alternativa sembra essere una soltanto: Egidio Digilio che di fatto ha incassato la fiducia nazionale degli ex di An.
Intanto in Basilicata ieri si è svolto a porte chiuse il coordinamento provinciale del Pdl di Potenza. Bocche cucite sullo svolgimento dei lavori da parte dei big lucani. Una cosa è chiara: in questo momento è assolutamente vietato sbagliare.
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