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DI ANDREA DI CONSOLI Nel momento in cui stendo queste note, non so ancora se Magdi Cristiano Allam sarà davvero il candidato del Pdl alla presidenza della Regione Basilicata. Per l’ex vicedirettore “ad personam” del Corriere della sera nutro la massima stima, perché la sua cocciuta e ostinata campagna contro l’integralismo religioso in questi primi “anni zero” – a favore di un Islam moderato – gli è costata una vita sotto scorta, e noi tutti sappiamo quanto sia faticoso vivere con l’angoscia che procura la persecuzione per le proprie idee e per il proprio lavoro. Ho anche stima per il coraggio con cui Magdi Cristiano Allam ha maturato la sua conversione al cristianesimo, anche se, per i miei gusti, apprezzo non poco la sobrietà in materia religiosa – certo, l’evento era obiettivamente clamoroso, perché capita raramente che un islamico si converta alla fede cristiana e, ancor più raramente, che ciò accada da parte di un intellettuale di cultura araba. Ho poi anche apprezzato le dimissioni di Magdi Cristiano Allam dal Corriere della sera per intraprendere una coraggiosa e solitaria battaglia politica per l’affermazione della civiltà cristiana in un’Europa sempre più secolarizzata. Onore, perciò, alla fede, al coraggio, alle idee di Magdi Cristiano Allam.
Adesso però, stando alle cronache di questi ultimi due giorni, l’ex vicedirettore del Corriere della sera sarebbe in procinto di accettare una candidatura per concorrere alla carica di Governatore della Basilicata. Nel momento in cui scrivo non so ancora se la notizia è una “falsa mossa” oppure un “messaggio trasversale”. Ignoro il linguaggio obliquo del potere, il gioco a scacchi della politica – sono rimasto fermo, ahimé, alla dura e petrosa logica del soggetto, predicato e complemento. E quindi, al di là di ogni dietrologia, provo a prendere per buona la volontà da parte del Pdl nazionale di candidare Magdi Cristiano Allam in Basilicata.
Non voglio neanche soffermarmi sulla palese sconfitta che tale “nomina” significa per il vertice del Pdl lucano, che considero totalmente incapace di svolgere il proprio ruolo di opposizione e di alternativa (anche la minoranza è un potere, una comoda posizione di rendita). Voglio invece provare a immaginare Magdi Cristiano Allam in Basilicata, alle prese con una campagna elettorale che lo vedrebbe contrapposto a Vito De Filippo. Ma vi sembra credibile? Vi sembra possibile governare questa regione ignorando la nostra storia, la nostra letteratura, i nostri problemi, il nostro territorio, il nostro carattere? Certo, tutto si può fare in democrazia, ma quanto tempo ci vorrà per far capire a Magdi Cristiano Allam, che so, le poesie di Pierro, i problemi del petrolio, la storia di Matera, la solitudine dei lucani, i misteri irrisolti della Basilicata, fenomeni dell’antropologia politica lucana come Gianni Pittella o Egidio Mitidieri, tanto per fare due esempi tra i più ineffabili? E quanto ci vorrà per fargli capire la differenza tra Lauria e Melfi, tra Pescopagano e Metaponto, tra Banzi e Pietrapertosa? Chi gli spiegherà in un tempo ragionevole la ventennale querelle della Val Basento, la crisi dei salotti, i peperoni cruschi, la burocrazia di Potenza, la passatella, la raccomandazione, le bellezze del Pollino, di Maratea, di Venosa, di Acerenza, la fondazione del borgo La Martella, la divina cecità di Rocco Mazzarone, il ponte Musumeci, la Sinnica, la Basentana, la Bradanica, il puré di fave, l’oratoria di Buccico, la casa editrice Osanna, le poesie di Scotellaro, l’omicidio Delli Gatti, l’uccisione di Don Mimì, la Rabatana di Tursi, i quadri di Rocco Falciano, i versi di Michele Parrella, il brigantaggio, ecc. ecc.?
Se Magdi Cristiano Allam avesse in passato manifestato un impegno politico o culturale per la Basilicata non avrei adesso problemi a tendergli idealmente la mano – gli suggerirei di provare a vincere, magari per portare un nuovo punto di vista in Basilicata. Ma ho la netta sensazione che Magdi Cristiano Allam non sappia neanche dove si trova, la nostra benedetta Basilicata. Ripeto, nessuna chiusura preventiva, da parte mia, né diffidenza per un cosiddetto “forestiero”. Ma questa del Pdl è una mossa temeraria, quasi uno schiaffo a noi lucani. Nonostante i mille problemi e i mille difetti che noi lucani abbiamo, non siamo più terreno di conquista per i giochetti di Roma.
Appena ieri ho espresso le mie riserve e le mie dure critiche al Presidente Vito De Filippo; ma se è questa la risposta del Pdl per “cambiare le cose” in Basilicata, allora non ho dubbi: uno, cento, mille De Filippo alla Regione Basilicata.
Onorevole Magdi Cristiano Allam, stia a sentire un povero scrittore lucano che la Lucania la conosce bene: lasci perdere. Qui i problemi piccoli sono grandi e i grandi problemi sono piccoli. Qui, gratta gratta, siamo tutti parenti. Ci scanniamo tra di noi ma poi c’intendiamo benissimo, perché abbiamo un codice tutto nostro di saturnismo, di solitudini, di deliri di grandezza, di generosità, di colpi di testa che lei non capirebbe. Questa è una regione “moderna” ma con una struttura interna di tipo tribale. Qui siamo tutti matti (anche se con la testa a posto). Qualcuno le dirà che non è vero, ma si fidi: essere lucani è una cosa complicata, una cosa che per capirla non basta una vita, se lucani non si è. Qui 2+2 non fa mai 4. Qui 2+2 fa sempre 3, certe volte 2, certe volte 0. Qui la gente ora ride e ora si chiude in casa e non esce più. Questo è anche un popolo che tende all’infelicità, e l’infelicità, lei lo sa bene, è sorella della cattiveria. Chi glielo fa fare?
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