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«Un messaggio intimidatorio della ‘ndrangheta». Così il procuratore nazinale Antimafia, Piero Grasso, “legge” il ritrovamento di un’automobile a Reggio Calabria proprio il giorno dell’arrivo nel capoluogo calabrese del Capo dello Stato. Grasso tiene una lezione alla stampa romana e sottolinea che se queste organizzazioni criminali come la ‘ndrangheta inviano dei messaggi intimidatori «lo Stato deve rispondere con altrettanti messaggi intimidatori, procedendo con l’arresto dei latitanti e la confisca dei beni. Dunque, il nostro messaggio di risposta è che continueremo tutti uniti la nostra azione».
Il procuratore nazionale rileva che l’automobile che è stata ritrovata con all’interno delle armi e esplosivi era su un percorso diverso da quello del Presidente della Repubblica ma sottolinea che lui ci è passato accanto quando era già piantonata dai Carabinieri.
«Questo episodio – dice – è una fibrillazione, una reazione all’arresto dei tanti latitanti per l’aggressione dei beni. In questo momento c’è una sofferenza all’interno della ‘ndrangheta anche se non si può parlare ancora di paura». Sulla richiesta pervenuta da varie parti, in particolare dall’onorevole Napoli, di inviare l’Esercito in Calabria, Grasso risponde che «se scoppia una guerra è giusto che ci vada l’Esercito e in questo caso l’onorevole Napoli può fare la crocerossina. In questa guerra, però, non serve mostrare i muscoli, questi fenomeni si combattono con le indagini e l’Esercito può servire per presidiare e proteggere obiettivi sensibili in modo da liberare le Forze di Polizia per le indagini».
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