X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

LA NOTIZIA arriva da fonti romane, a sera inoltrata. Il procuratore federale Stefano Palazzi è andato giù duro, chiedendo la radiazione del Potenza nel suo tentativo di impugnare, attraverso una revocazione, la sentenza già passata in giudicato per i fatti di Potenza – Salernitana del 20 aprile 2008. Praticamente un atto dovuto, che un po’ tutti si attendevano ma non in tempi cosi’ brevi. La scure dell’accusa si è abbattuta in fretta, lasciando però assai perplessi per la richiesta riguardante l’altra parte in causa. Palazzi ha proposto di punire la Salernitana con soli sei punti di penalizzazione. Una sproporzione ingiustificabile se si pensa che il compimento (a questo punto sicuro, nel teorema accusatorio) della compravendita di una partita si ha solo in presenza di un’acquirente certo. Non si capisce perchè chi avrebbe comprato dovrebbe pagare meno del presunto venditore.
Seguendo un iter accelerato, Palazzi ha depositato le sue richieste alla Corte di Giustizia Federale contestualmente alla notifica del nuovo procedimento alle parti. Notifica che doveva avvenire (e cosi’ è stato) entro lunedi 11 gennaio, scadenza del termine perentorio di trenta giorni per chiedere la revocazione da quando la giustizia sportiva ha ricevuto da quella ordinaria gli incartamenti da cui evincere i possibili “nuovi elementi”. Il tutto in attesa degli sviluppi penali.
Secondo Palazzi, la chiave per riaccendere i riflettori della giustizia sportiva sulla gara incriminata è all’interno degli atti della Dda lucana, dove si legge di un corrispettivo di 150mila euro versato da un imprecisato rappresentante della Salernitana al Potenza per il tramite di Luca Evangelisti. Nell’estate del 2008, lo ricordiamo, la Disciplinare derubricò l’accusa di illecito sportivo formulata da Palazzi in slealtà sportiva, comminando al Potenza soltanto tre punti di penalizzazione. Nella sentenza, rimasta inappellata, si sanci’ la mancanza della prova del dolo da parte di Postiglione. Prova la cui esistenza – sostiene l’accusa -sarebbe ora inoppugnabile una volta emerso il passaggio dei famigerati 150mila euro.
Il Potenza è accusato di illecito sportivo diretto, essendo stato messo in essere – a detta di Palazzi – dal legale rappresentante della società. L’accusa per la Salernitana è invece l’illecito presunto, non essendo stato materialmente identificato l’autore. Illecito che però si sarebbe consumato arrecando vantaggio alla società granata, fattore che ne dovrebbe appesantire la posizione. I tempi per il nuovo dibattimento si preannunciano brevi, la data ipotizzata è a cavallo tra fine febbraio e inizio marzo. Come accennato, questa volta si andrà direttamente alla Corte di Giustizia Federale. Dagli ambienti salernitani trapela addirittura un cauto ottimismo, la cui fondatezza è però da verificare: nel caso infatti la penalizzazione dovesse arrivare con il campionato attuale ancora in corso, la Salernitana (praticamente già retrocessa sul campo) non vedrebbe compromessa la sua prossima stagione.
La carta del processo per revocazione, giocata da Palazzi, comporta però anche delle insidie per l’accusa, che può impantanarsi dal punto di vista procedurale. La tesi difensiva del Potenza, difeso dall’avvocato Edoardo Chiacchio, proverà infatti a dimostrare l’inammissibilità della revocazione basandosi sulla pregiudiziale dell’impossibilità di tornare su una sentenza passata in giudicato e di essere giudicati due volte per lo stesso capo di imputazione. E’ proprio per questa ragione che vanno addotti “elementi nuovi” rispetto al primo processo.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE